Camera di Commercio |Spaccatura "infuocata" - Live Sicilia

Camera di Commercio |Spaccatura “infuocata”

Sembra non placarsi la tensione in piazza della Borsa. Diverse organizzazioni imprenditoriali e sindacali hanno firmato un documento programmatico per superare lo stallo che sta bloccando l'elezione del nuovo presidente. Il Pd rilancia al senso di responsabilità per l'intesa. Ma dalla Cidec arriva una "nota" infuocata. E c'è chi annuncia "le dimissioni".

CATANIA – In coerenza con il documento programmatico sul ruolo della Camera di Commercio di Catania e sul contributo che questa può dare per sostenere il sistema delle imprese e lo sviluppo del territorio (presentato lo scorso dicembre nella sede cittadina di Confindustria, condiviso da quasi tutte le forze economiche e sociali etnee, nonché apprezzato da vasti settori di opinione pubblica), le organizzazioni firmatarie della presente nota (Apindustrie Catania CNA Confcooperative Confimprese Italia Confartigianato Legacoop Confindustria Catania UPIA Casartigiani Upla – Claai CGIL Federazione Armatori Siciliani CISL UIL) hanno operato negli ultimi mesi al fine di individuare per la guida dell’ente camerale soluzioni condivise, basate sul rispetto di tutti i soggetti coinvolti nella scelta e sull’opportunità di assicurare alle associazioni oggettivamente più rappresentative una presenza in giunta. Nel rispetto, è naturale, dei tempi previsti dalle vigenti norme.

Siamo ben consapevoli della gravità della crisi economica in corso, che colpisce con particolare virulenza la provincia di Catania, imponendo a tutti di remare nella medesima direzione, abbandonando quella logica di divisione e contrapposizione che negli anni ha fatto perdere a Catania ruolo e prestigio nel contesto nazionale e regionale. Spiace purtroppo constatare che a tale sforzo di ricerca di un punto di incontro si continui a rispondere minacciando le dimissioni di dodici membri del Consiglio camerale, peraltro nell’errata convinzione che con questo espediente lo stesso Consiglio venga a decadere.

Le soluzioni concretamente praticabili per garantire a quelle associazioni che non sarebbero rappresentate in prima battuta in una giunta camerale di cinque membri passano solo dal suo allargamento, possibile esclusivamente dopo la modifica dello Statuto della Camera di Commercio di Catania. Ipotesi sempre proposta da alcuni e mai presa in seria considerazione da altri.

Rifiutarsi di percorrere questa strada e insistere con la minaccia delle dimissioni equivale quindi solo ad assumersi la responsabilità della rottura, ritardando il ritorno al normale funzionamento del Consiglio camerale. Ma anche, ed è cosa gravissima, inibendo a Palazzo della Borsa la possibilità di contribuire a elaborare il Piano strategico di area vasta (illustrato a fine febbraio a Catania dal sindaco, Enzo Bianco, davanti al presidente della Repubblica) che tanta speranza ha suscitato tra gli imprenditori, i lavoratori e i giovani in cerca di lavoro nelle province di Catania, Ragusa e Siracusa.

A questa nota risponde la Cidec: Non possiamo esimerci dal commentare la scandalosa situazione che è avvenuta e che sta avvenendo alla Camera di Commercio di Catania, interessata in questi giorni dall’elezione del presidente e della giunta camerale. Il salotto buono della Città è finito nelle mani degli untori. La Confindustria e i loro fiancheggiatori credono di trovarsi in un qualche proscenio politico di bassa lega, tentando di riproporre il peggio della politica con tentativi di spartizioni da Prima Repubblica.

La Camera di commercio di Catania, negli ultimi anni diventata il fulcro delle attività economiche e professionali della città, per i palesi appetiti di codesti  trasformisti che pensano di poter lucrare sulle spalle delle categorie produttive di questa città, sta vedendo infangato il proprio ruolo di garanzia. Stanno portando  via la “roba” verso le rotte “Siracusane”, spaventati dall’impatto che l’abolizione delle province e la creazione di nuove forme di partecipazione territoriale avranno anche sulle Camere di Commercio che, necessariamente, dovranno subire le stesse trasformazioni. Alcuni con flirt e corteggiamenti, con i giochi incrociati e promesse, ripropongono schemi ormai abrogati, figli di un totale malcostume che non possiamo permettere si riproponga.

Un pezzo importante della Camera di Commercio di Catania e delle partecipazioni che essa ha sul nostro territorio non possono certo prendere il largo fagocitando gli appetiti aretusei. Insensata è la posizione assunta in questa vicenda dai “buoni catanesi” della cosiddetta “maggioranza” della C. di C. Costoro non hanno e non stanno comprendendo la gravità dei loro gesti, dannosi per tutto il territorio etneo.

La CIDEC Catania condanna con forza tutto questo e non abbassa la testa. Non solo per la propria dignità e rispettabilità, ma soprattutto per i propri associati, meritevoli della massima tutela rispetto a queste annose e annichilenti vicende.

L’appello del PD: Sull’elezione del presidente della Camera di Commercio si stanno registrando forte tensioni che di fatto spaccano il mondo produttivo della nostra provincia. Auspichiamo che le due fazioni contrapposte facciano un passo indietro per indicare un presidente terzo e di riconciliazione. Non è il momento di litigare davanti alla crisi economiche che affligge le attività produttive ed imprenditoriali catanesi. Serve ragione e unità. Senza queste due precondizioni si rischia una pesante involuzione che danneggia tutti e non solo la Camera di commercio. Quanto alla persistenza di tali organismi, deve apparire chiara la nostra posizione che coincide con quella del premier Matteo Renzi il quale punta scioglierle per eliminare inutili sovrapposizioni e razionalizzare la spesa pubblica”. Lo affermano Gianfranco Vullo, deputato regionale del Pd assieme a Giuseppe Salerno, vice segretario provinciale del Pd di Catania, Gaetano Monastra, presidente confambiente Catania e Nino Vullo, consigliere comunale di Catania.

CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI E COLDIRETTI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI. Durante la riunione informale dei componenti del Consiglio Camerale di ieri, in risposta ad una precisa proposta avanzata da Confindustria Catania e condivisa  da tutti i presenti, le nostre Organizzazioni avevano deciso di esaminare , senza preconcetti, la proposta in questione che prevedeva l’accettazione alla candidatura  della presidenza del  Dott. Domenico Bonaccorsi, con inserimento in Giunta di un rappresentante dell’Artigianato, e di un rappresentante rispettivamente di Confcommercio , Confesercenti e Coldiretti. Successivamente le n/s Organizzazioni, nonostante le votazioni avessero palesato una vasta area  di non condivisione della candidatura, ritenevano , nell’interesse  superiore dell’economia cittadina e per  evitare l’ormai troppo  facile indicazione della CCIAA come momento di scontro politico , di dare risposta positiva alla proposta. Oggi, a distanza di poche ore, ci viene informalmente comunicato un cambiamento della proposta  stessa basato su argomentazioni tecniche, per altro, facilmente superabili. E’  fin troppo evidente a questo punto che perdurando una tale situazione ci vedremo costretti  a procedere sulla via delle dimissioni che fino ad  oggi abbiamo, contro il n/s interesse, cercato in ogni modo di evitare. Vogliamo con questa  nostra che sia a tutti evidente che, nonostante quanto sopradetto, restiamo disponibili alla proposta avanzata in prima istanza. E’ chiaro però che perdurando questa situazione ed in assenza di un accordo scritto  ci vedremo costretti venerdì a procedere al deposito delle dimissioni, con tutte le  conseguenze di cui , è chiaro, altri saranno responsabili.


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