PALERMO – “Nemmeno una settimana fa il Comune aveva assicurato che i lavori di ristrutturazione del canile municipale di Palermo sarebbero partiti il 3 aprile, invece, sono slittati e nella struttura ci sono ancora una ventina di animali. Adesso la Regione ha deciso di stoppare le autorizzazioni per il trasporto dei cani rilasciate all’associazione Aivac, dando di fatto ragione ai volontari di alcune associazioni che la scorsa settimana hanno bloccato l’uscita dei cani dai cancelli di via Tiro a Segno”. Lo dice il candidato sindaco del M5S a Palermo, Ugo Forello. “Negli ultimi 4 anni l’amministrazione comunale – afferma Forello – ha sperperato soldi e su questo vogliamo vederci chiaro. Il M5S ha inoltrato una richiesta di accesso agli atti per capire come è stata gestita la struttura finora e come sono stati spesi soldi pubblici. Invece di stanziamenti milionari per la ristrutturazione di una struttura comunque vetusta, l’amministrazione avrebbe potuto salvaguardare gli animali, realizzandone una nuova, magari a minor costo e in un terreno confiscato alla mafia e promuovendo la cultura del riuso”. “Tutto questo – conclude – non è stato fatto – Hanno deciso di non intervenire e rinviare la questione, continuando ad operare in emergenza e senza un progetto concreto. In questi cinque anni, la situazione è solo peggiorata, tra due mesi si tornerà alle urne e l’unica cosa che registriamo, se questi lavori non partiranno, è che la città di Palermo rischia di restare senza un presidio sanitario veterinario”.
LA REPLICA DEL COMUNE
“Il fatto che sia ancora presente qualche cane nella struttura non significa che i lavori non si facciano più – dice il capoarea del Comune Gabriele Marchese – Tutt’altro. Immediatamente dopo Pasqua la struttura potrà essere consegnata. Giornalmente il numero dei cani diminuisce. Credo che sia finita l’epoca della speculazione, in tutti i sensi, sulle spalle dei cani”. Palazzo delle Aquile fa notare di aver promosso un avviso per l’adozione con un incentivo una tantum (480 euro, di cui metà dopo sei mesi e metà dopo un anno) che, oltre alla voltura all’anagrafe, prevede controlli sull’adottante e sui successivi intestatari in qualunque momento, controlli che invece non sono previsti nell’adozione senza incentivo. Inoltre il sistema delle adozioni senza incentivo comporta tempi più lunghi, costringendo il Comune a stipulare convenzioni con enti, associazioni o rifugi privati dove il soggiorno costa 2.080 euro l’anno sine die.