PALERMO – Da oggi transitare in via Francesco Crispi davanti al Porto a Palermo sarà ancora più complicato per le nuove limitazioni alla viabilità. Sono in azione le gru e le trivelle per la prosecuzione dei lavori per l’anello ferroviario e del collettore fognario. Ulteriore disagio che si unisce alle operazioni di imbarco delle navi dopo che è stato innalzato il livello di sicurezza antiterrorismo. L‘ordinanza comunale istituisce il divieto di sosta e fermata lungo lo stradone che costeggia l’area portuale, nel giorno in cui parte il maxicantiere e i lavori della Tecnis, finalizzati al potenziamento della metro cittadina con nuove fermate.
Mercoledì, inoltre, sarà chiuso al traffico anche il tratto di via Crispi, lato monte, compreso tra via Gerbasi e via Belmonte, anche per ‘migrare’ una linea d’alta tensione. Una chiusura che secondo il consigliere comunale di Forza Italia Angelo Figuccia trasformerà “l’intera zona del porto in un vero e proprio inferno per gli automobilisti, destinato ad aggravarsi ancora di più già nei prossimi giorni, quando riapriranno le scuole e quando dovrebbe entrare in vigore la Ztl”.
Questa mattina al via i lavori propedeutici, con l’apposizione della segnaletica verticale e orizzontale. E si è già creato una sorta di imbuto, all’altezza di via Amari, nel quale gli automobilisti restano imbottigliati, costretti ad attese sfiancanti. Una coda chilometrica per tutta la mattinata di oggi ha coperto via Crispi in direzione porto, con auto, mezzi pesanti, calessi in fila per oltre un’ora.
Protestano i residenti e i commercianti della zona che questa mattina, alle prime ore dell’alba, sono scesi in strada. Un sit in per “lamentare il fatto che una nuovo cantiere è stato concesso a un’impresa che non conclude l’opera in aree di lavoro già occupate dal 20 gennaio”, spiega Francesco Raffa, presidente dell’associazione “Amari cantieri”, che riunisce i commercianti della zona. Commercianti che hanno ribattezzato l’opera “tranello ferroviario: 700 metri costati finora 170 milioni, per un’opera ancora in gran parte irrealizzata”, e la “connivenza tra Tecnis e amministrazione che autorizza varianti e finanziamenti milionari per un’opera che non va avanti provocando solo danni alla salute dei cittadini”; una ulteriore espansione del cantiere, insomma, “senza che non siano ultimati i lavori nell’area già occupata, “una estensione dei termini per il completamento dell’opera” e “una lievitazione dei costi da 76 milioni a 172 milioni”, affermano.
“Non solo pagare ma anche morire. Se ai residenti, ai commercianti e al turismo si devono chiedere sacrifici per la modernizzazione della città è bene che questi sacrifici non siano vani, viceversa è assolutamente inaccettabile che si chieda di pagare o di morire come nel caso di tante aziende che chiuderanno e di una economia che piangerà il fatto che la gente eviterà Palermo come una piaga”. Lo afferma Patrizia Dio Dio, presidente di Confcommercio Palermo, con riferimento alla situazione dei cantieri nella zona di via Amari e del porto e alle proteste di questa mattina da parte di commercianti e residenti.
“Il danno all’immagine che sta subendo Palermo con i turisti che a causa di una città caotica, che avrà dato stress a chi viene a cercare svago e riposo, è inimmaginabile – sottolinea Patrizia Di Dio – e riteniamo che chi ha la responsabilità giuridica dell’esecuzione dell’opera, Tecnis, RFI e Italferr, deve già rispondere dei gravi danni arrecati. A nostro parere – prosegue – già esistono delle oggettive responsabilità relative ai ritardi che i cantieri hanno registrato fino ad ora, non sono stati rispettati il contratto e il cronoprogramma precedente ed è opportuno che i soggetti responsabili paghino, così come stiamo pagando tutti, commercianti e cittadini”.
I cantieri aperti in città non si fermano qui. In viale Regione Siciliana proseguono i lavori per la messa in sicurezza del manto stradale in seguito alle radici pericolose degli alberi ai margini delle carreggiate principali e laterali. Dopo il lavoro propedeutico all’inizio delle opere vere e proprie, gli operai del Comune da martedì 6 settembre saranno impegnati nella corsia centrale. Nello stesso si provvederà al ripristino della segnaletica verticale che indicherà il ritorno dei limiti di velocità a 70 chilometri orari dopo una parentesi in cui la massima velocità consentita era stata abbassata a 50 chilometri orari. Il ritorno all’antico limite che il Comune è stato costretto dopo un vespaio di polemiche a ripristinare, dunque, sarà operativo solo dopo l’installazione dei cartelli.
Il lunedì mattina in circonvallazione è stato comunque caratterizzato da code di automobilisti in entrata in città in entrambe le direzioni. Nelle prime ore del mattino, e fino a metà mattinata, significativi rallentamenti alla circolazione sono stati registrati all’ingresso orientale del capoluogo, già da Villabate e fino agli svincoli di Bonagia e di corso Calatafimi. Un andamento lento determinato dal mix micidiale di lavori in corso e limite di velocità a 50 chilometri orari che non consentono di smaltire il grande flusso di automobili che ancora in questa coda estiva è amplificato dalla grande quantità di palermitani che lavorano in città ma risiedono ancora nelle località di villeggiatura dell’hinterland.