Lotta al lavoro sommerso |Ammende per 130 mila euro - Live Sicilia

Lotta al lavoro sommerso |Ammende per 130 mila euro

I commercianti sospesi hanno ottemperato alle prescrizioni ed hanno regolarizzato i dipendenti in nero versando sanzioni aggiuntive per un totale di 15.600 euro: dovranno inoltre versare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori non corrisposti

Carabinieri
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CATANIA – I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Catania, nella seconda decade di novembre hanno intensificato i controlli aziendali a Catania e in tutto il circondario etneo: San Giovanni La Punta, S. Agata Li Battiati, Santa Venerina, Belpasso, Biancavilla, Acireale, Caltagirone e San Michele di Ganzaria.

Nell’ambito di questi servizi finalizzati all’emersione del lavoro “nero”, d’intesa con il Direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Catania, l’Arma ha sottoposto a vigilanza ispettiva varie aziende fra commercio, ristorazione ed edilizia. Il particolare impulso degli ultimi tempi è dovuto al rilancio voluto dalle Autorità regionali deputate al controllo del mondo del lavoro, cui i Carabinieri della Tutela Lavoro per la Sicilia e l’Arma territoriale dedicano particolare attenzione.

I militari hanno complessivamente:

– ispezionato 12 aziende;

– scoperto 14 lavoratori “in nero” su 30 posizioni lavorative verificate;

– intimato la sospensione dell’attività imprenditoriale a 2 imprese edilizie:

. 1 a Caltagirone per avere impiegato “in nero” 2 lavoratori su 2 presenti;

. 1 a Santa Venerina per avere impiegato “in nero” 1 lavoratore su 2 presenti;

– intimato la sospensione dell’attività imprenditoriale a 6 imprese commerciali:

3 a Catania, di cui 1 in nero su 3 (casa di riposo), 1 in nero su 5 (bar), 3 lavoratori in nero su 3 presenti (bar); 1 a San Giovanni La Punta di cui 2 in nero su 3 presenti(centro medico); 1 a S. Agata Li Battiati di cui 2 in nero su 3 presenti (panificio); 1 a Biancavilla di cui 1 in nero su 5 presenti (supermercato) ; denunciato alla Procura della Repubblica di Caltagirone: n. 1 datore di lavoro di impresa edile controllato a Caltagirone per non avere approntato la sorveglianza sanitaria, né avere provveduto alla formazione e informazione degli operai; n. 1 datore di lavoro di impresa edile a S. Michele di Ganzaria per non avere predisposto la sorveglianza sanitaria, la formazione e l’informazione degli operai, nonché non avere predisposto il ponteggio alla minima distanza dal fabbricato ove erano in corso lavori.

Deferito alla Procura della Repubblica di Catania: n. 1 titolare di una gioielleria nel centro commerciale Etnapolis di Belpasso, per avere utilizzato impianti di sorveglianza senza l’autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro; n. 1 titolare di un bar a Catania, responsabile anche questi di avere predisposto e utilizzato impianti di video sorveglianza senza l’autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro di Catania.

I commercianti sospesi hanno ottemperato alle prescrizioni ed hanno regolarizzato i dipendenti in nero versando sanzioni aggiuntive per un totale di 15.600 euro: dovranno inoltre versare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori non corrisposti ai 14 lavoratori delle imprese sospese, oltre a corrispondere una maxi sanzione di 4.000 euro per ogni lavoratore scoperto “in nero”. Nel complesso sono state contestate sanzioni amministrative e ammende per oltre 130.000 euro, recuperati 18.000 euro di contributi INPS : anche in questo caso vale il concetto che il “lavoratore in nero” allorché emerge costa di più del lavoratore tutelato a norma di legge.

I controlli proseguiranno con il massimo impegno da parte degli operanti e con la variazione dei settori e degli orari al fine di garantire la massima equità. Il migliore risultato si otterrà allorché si troveranno sempre più cantieri in ordine e sempre meno lavoratori in nero. Da questo punto di vista l’Arma è costante e persegue gli obiettivi istituzionali fissati nel delicato mondo del lavoro.

 


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