"Cari consiglieri, forse non sapete cos'è la Ztl..." - Live Sicilia

“Cari consiglieri, forse non sapete cos’è la Ztl…”

A firma di Daniela Catalano, Presidente Associazione Centro Storico di Catania.

La lettera
di
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CATANIA – Nella assemblea del consiglio comunale di Catania del 2 marzo 2017, visibile in rete in video all’indirizzo http://vaweb.comune.catania.gov.it/, si possono vedere e ascoltare diversi interventi in cui consiglieri comunali ci informano della necessità di trasformare ulteriormente la nostra città in un modello di controllo del territorio con una sorveglianza  di prossimità sui generis da parte di alcuni commercianti. I toni sono sorprendenti e appassionati: l’opposizione dei gruppi consiliari al Comune di Catania aggredisce per la insufficiente permissività la Amministrazione verso interventi lesivi per gli abitanti, ed encomia chi in tale maggioranza ha consentito e apparentemente sollecita, a dire della stessa “opposizione”, la situazione sopra descritta.

Forse alcuni consiglieri non sanno che la definizione della zona a traffico limitato del centro di Catania non ha una né una normativa di attuazione e neanche una delibera operativa. In tutte le città, anche siciliane, in cui esistono ZTL e “isole pedonali”, si sono attuati i sistemi di controllo in video all’accesso, con opportune segnalazioni e riscontro elettronico delle violazioni, con relativa notifica di contravvenzioni o multe, con posti di sosta riservati a residenti, senza la ridicola limitazione di orario” fino alle ore 20 e dalle ore 2”. Contestualmente, come previsto dai codici penale, civile e della strada, si sono messe in atto le misure per mantenere o migliorare la vivibilità urbana, dei residenti, dei visitatori e dei lavoratori, la loro libera circolazione in sicurezza e il controllo di prossimità e telematico, cioè la prevenzione attiva delle attività di violenza alle persone e ai beni privati e comuni: la smart city, una delle strategie di civilizzazione in Europa, in Italia e anche in Sicilia, significa anche videosorveglianza, e la si vede per le strade di molte città anche siciliane – non Catania -, anche a seguito di finanziamenti specifici ricevuti.

Come già noto alla Città, alla Stampa, alla amministrazione comunale, alla Procura, al Prefetto, alla Protezione civile, ai Vigili del Fuoco, al Questore e a tutti gli organi di Polizia, con il paravento di una zona a traffico limitato inesistente si sono tollerate, se non incentivate, situazioni abnormi. Queste hanno avuto la conseguenza, se non la finalità, di costituire una “zona franca” con l’esproprio alla città della sua parte più caratterizzante e preziosa, che include gli edifici e le attività del Teatro Massimo, della Università e di altre Istituzioni culturali attive e di prestigio. Questa Città si cerca di affidarla alle attività de-regolate e ai controlli fai-da-te di tutti gli accessi da via San Giuliano, da Via Vittorio Emanuele, da piazza Università e da via Ventimiglia.

In altri termini: non soddisfatti di ostruire tutte le vie di accesso e fuga di questo quadrilatero con suppellettili, tavoli e sedie, tende e tramezzature in plastica, vetro e altri materiali, hanno gestito senza nessun riscontro effettuale da parte del Comune, transenne di “manutenzione stradale del comune di Catania”, regolamentando il traffico di passaggio a propria discrezione scoraggiando gli abitanti e i visitatori legittimi della zona in maniera diretta e personale. Anche questo, ovviamente, è stato osservato dalle Forze dell’Ordine, presenti costantemente in zona, anche se comprensibilmente non facilmente interpretato nella confusione normativa non scritta ma “orale”.

Il fatto che auto e mezzi di altri personaggi o utenti abbiano avuto e abbiano libera circolazione è evidente, tanto che occasionalmente, a parte i blocchi stradali utili per impedire l’accesso ai mezzi di polizia e di eventuale soccorso, alcune – pochissime –  auto vengono multate per varie violazioni al Codice della strada. Tutto questo a fronte di un intensissimo traffico veicolare notturno in ZTL non autorizzato, quasi sempre, e appena possibile, persino ad alta velocità. Il controllo di Polizia, Carabinieri e GdF è ben visibile, come postazioni di controllo a distanza, piazza Bellini e Piazza Università.

A questo punto è estremamente preoccupante che consiglieri comunali proclamino che questa situazione sia un modello da proteggere e propugnare, come esempio di controllo del traffico e del territorio. Un territorio che viene meritoriamente e necessariamente pattugliato a giorni alterni da Polizia di Stato e Carabinieri per limitare o reprimere situazioni di esplicita facilitazione di atti criminosi gravi, contro le persone e contro i patrimoni, pubblici e privati, con fatti denunciati, confermati, repressi.

Traffico di che e territorio di chi? Le cronache giornalistiche anche recenti lo mostrano.Ma quanto costa alla comunità cittadina e allo Stato questa attività commerciale, e quanto rende come gettito fiscale al comune di Catania? Sarebbe necessario vedere questi conti, (l’assessorato alle attività commerciali li ha fatti?) anche includendo, i risparmi per l’assenza di requisiti igienici , le economie realizzate per lo spregio delle norme di sicurezza elementari. A questo proposito, negli accampamenti di plastica (comunque non autorizzati) troneggiano stufe a gas a piramide, aeree, a ombrello, a fungo… Che ne pensano i Vigili del Fuoco? Insomma ma davvero ci si vuole far credere che serve un regolamento per contrastare queste situazioni?

Vorrei ricordare, non come sollecitazione alla repressione ma solo per far comprendere che si tratta di aspetti particolarmente sensibili della nostra legislazione, che: “chiunque, negando l’accesso, predisponendo ostacoli o mutando artificiosamente lo stato dei luoghi, impedisce, intralcia o elude l’attività di vigilanza e controllo ambientali e di sicurezza e igiene .., ovvero ne compromette gli esiti, è punibile….”

E in tutto questo l’opposizione dei gruppi consiliari al Comune di Catania cosa fa? Aggredisce per la insufficiente permissività la Amministrazione e la maggioranza al governo, e encomia chi in tale maggioranza ha consentito e forse sollecita la situazione sopra descritta. Ci rendiamo conto che la stratificazione di ordinanze parziali e contraddittorie delle precedenti amministrazioni e la incoerenza della segnaletica stradale rendono difficile, anche per le menti più acute, la reale comprensione dei fatti e della situazione, e forse spiegano perché gli interventi ascoltati siano in più punti imprecisi o inappropriati.

Daniela Catalano, Presidente Associazione Centro Storico di Catania


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