PALERMO – “La mamma non la devi toccare”, ha urlato prima di affondare la lama di un coltellino svizzero nella schiena del patrigno. Non voleva ucciderlo, però.
Così ha stabilito il giudice per le indagini preliminari Rosario Di Gioia che ha convalidato l’arresto di Mattia Patti, 21 anni, a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari. Accogliendo la richiesta dell’avvocato Leonardo Naimo, il reato è stato derubricato da tentato omicidio a lesioni aggravate.
Il 5 aprile scorso i carabinieri intervengono in via Amerigo Vespucci, a Carini. Il giovane è seduto in cucina. La madre è scossa. C’è sangue ovunque, anche nella veranda. Il patrigno è stato raggiunto da due fendenti ala schiena. Era iniziata come una banale lite familiare per questioni economiche ed è finita in tragedia.
Il racconto della madre
Il racconto della madre è drammatico: “Mi ha preso per il collo, ho sbattuto dietro, mi ha strozzato fortissimo. Io non riuscivo più a respirare, non potevo neanche parlare e lui continuava… gli ho detto vattene”. A quel punto “mio figlio è uscito dalla stanza, gli ha detto alla mamma non la devi toccare”.
Sono fasi concitate: “Lui è andato contro Mattia, ho visto che mio figlio aveva una cosa in mano, una lama piccola. Lui l’ha voluto fare spaventare, è andato verso Mattia e poi Mattia ha fatto quello che ha fatto… È andato verso Mattia, non lo voleva colpire e quindi Mattia ha fatto questo gesto”.
“Non voleva ucciderlo”
Le parole della madre e la dinamica hanno alleggerito la posizione del ragazzo. “Piuttosto che aggredirlo nella zona addominale – sottolinea il giudice – abbracciava la vittima per colpirlo sulla schiena”. I due colpi sono stati “inferti in direzione casuale nel corso della zuffa”.
Se il figliastro avesse voluto ucciderlo “avrebbe sfruttato l’effetto sorpresa potendolo attingere su zone vitali”. Anche l’utilizzo del coltellino svizzero “con la lama lunga 7 cm è indicativo, quanto meno in linea teorica, di limitata potenzialità letale”.