Caro Buttafuoco,
ho letto con ritardo, e con ritardo rispondo, il tuo articolo sull’aria dell’incontinente. E ti dico che mi hai deluso. Di te infatti apprezzavo, più che le altre doti e qualità, il coraggio e l’anticonformismo. Ti trovo invece reclutato nel gregge di quanti, giornalisti e politici, ogni giorno mi insultano, mi aggrediscono, imprecano contro di me. Mi accusi anche tu di pratiche clientelari e questo da parte tua di pare poco onesto. Sei stato infatti beneficiario di una mia nomina per interposta persona. Fu Scapagnini sindaco di Catania a nominarti, io ad ispirarlo, presidente del Teatro Stabile e stessa matrice ebbe il direttore Di Pasquale.
Orbene, proclamalo onestamente a chiare lettere: il capo di tutte le clientele della Sicilia, nella sua città, dove di clientes ne avrà un popolo, non ti ha segnalato né lo ha fatto con il direttore, un solo commesso, un bigliettaio, un addetto stampa, un’attricetta più o meno amante come si usa oggi, un regista e neppure un qualsivoglia spettatore a cui riservare una poltrona speciale o gratuita. Nessuno! In questi anni neppure uno! E come si spiega, vista la confidenza e l’incontinenza? E allora come osi disprezzarmi in un articolo che leggono in tanti a cominciare da qualcuno dei miei figli che avevo affidato alla tua guida culturale? Come parlare di vendetta, sfregio, regolamenti di conti? Come sfregiarmi se mi sono dimesso senza neppure un rinvio a giudizio seppure per un reato nefasto come il concorso in mafia? Quanti precedenti si contano in Italia di dimissioni di tal genere? E se poi dovessi essere prosciolto? E chi se ne frega, tanto a chi interesserà una assoluzione? Quale giornale ne scriverà?
Ti è passato per la testa il dubbio, che tutto questo irriducibile odio sia legato a scelte costose e coraggiose che ho compiuto in questi quattro anni? Cancellando l’affare tangentistico-mafioso dei termovalorizzatori? O bloccando l’iter del igassificatore nel bel mezzo di una raffineria, in una terra attraversata da un mare di gas, che viene scelta perché il bombolone potrebbe magari esplodere se bombardato? Che a crepare meglio siano i siciliani! E se no perché non farlo in Liguria, o nei pressi di Roma o di Ancona? Fermando l’oltraggio dell’eolico al paesaggio e delle pale che girano a vuoto ma che producono proventi per gli speculatori? O interropendo lo sperpero della sanità? O legiferando dal 2008, io il principe delle clientele, perché si bloccassero le assunzioni nella P.A.? O riducendo da 34 a una dozzina le società partecipate, ad un terzo gli amministratori e al 50% il loro costo? O riportando la spesa corrente ai livelli del 2001?
E non disimpegnando un solo euro della spesa europea fino al 31/12/2011? Te lo sei chiesto esercitando una piccola porzione del senso critico che ti riconoscevo? Ti è passato per la testa che ho sconvolto equilibri, licenziato centinaia di parassiti, messo a repentaglio la pratica ascaristica che ha contraddistinto la classe dirigente siciliana, con il cappello in mano nei corridoi del potere romano e arrogante erede dell’imperituro spirito baronale con il popolo elettore? No! Ti sei aggregato, magari perché il teatro non ha avuto un contributo e credendo che sia stato io a negartelo. Io che ti ho assecondato e stimato! Sappi tu e sappiano i tuoi lettori che per questa terra io ho rischiato la libertà e non so se è finita. Ho contrastato la mafia come nessuno prima di me intaccando i suoi interessi economici, ho perso molto della mia credibilità, ho messo a repentaglio l’integrità della mia famiglia. E non mi sono messo una lira in tasca.
E mi ritrovo a fungere da capro espiatorio, nell’epoca della recessione, per 60 anni di rapine, di sconcezze e di malaffare criminale. Per queste ragioni in questa terra maledetta, che maledettamente amo, ho il diritto di restarci. Mentre è bene che tu faccia le valigie e te ne vada in modo da poter essere accolto a braccia aperte nei salotti buoni della cultura e nell’impresa, ahinoi distratte mentre l’Italia rovinava. Sarai apprezzato oltre per le tue doti e qualità anche perché hai sputato su Lombardo, (“cane che purtroppo non sta affogando”) e sulla buttanissima Sicilia.