PALERMO – Anomalie a seguito dei provvedimenti decisi dalla Regione per rinnovare i contratti dei precari dell’emergenza Covid. A segnalarli è la deputata regionale della Lega, Marianna Caronia, che afferma: “Lo stesso servizio che prima impegnava personale con un costo orario di 15 euro, adesso è svolto da personale che costa 40 euro. Questo avviene all’Istituto Zooprofilattico”. Invece all’ospedale Cervello di Palermo “è stato del tutto smantellato, mentre all’Ars si discute di istituire lo psicologo di base anche come risposta all’impatto della pandemia, il servizio di assistenza psicologica e quello di neuropsichiatrico”.
All’Hub della Fiera, infine, “alcuni contratti sono stati prorogati di tre mesi e altri di 9 senza alcun apparente criterio”. Altri “hanno visto una contrazione oraria e altri no”. Le anomalie “stanno emergendo – dice Caronia – leggendo i diversi provvedimenti amministrativi per la proroga (o meno) dei contratti del personale medico, sanitario, assistenziale e amministrativo assunto per fronteggiare l’emergenza Covid”.
Anomalie e difformità anche fra diversi territori della Regione e spesso all’interno delle stesse strutture sanitarie che, secondo quanto scrive oggi la parlamentare in una lettera invaita al presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, “necessitano un urgente dibattito ed una informativa da parte del governo regionale, perché siano fugati dubbi di qualsiasi natura – afferma – su quali siano i criteri e le motivazioni di ciascun provvedimento, soprattutto in considerazione del delicatissimo periodo elettorale in atto in alcuni centri e che presto coinvolgerà l’intera regione”.
Caronia chiede quindi che sia convocata una seduta speciale dell’Ars, cui invitare l’assessore Ruggero Razza, “perché siano illustrati in modo chiaro i risultati in termini di mantenimento dei servizi sanitari e della loro qualità che i provvedimenti di proroga devono portare. Non è infatti possibile – conclude – che dopo due anni di pandemia e con un enorme patrimonio di esperienza e competenze da valorizzare, il sistema sanitario regionale torni indietro in termini di qualità ed anche in termini di rapporto costi/benefici di ciascuna delle scelte operate sul personale”.