Nella manovra “di lacrime e sangue” della Regione siciliana, si trova il modo per spendere 450 mila euro circa per attività di informazione, promozione e consulenza. Il governo regionale, infatti d’intesa con la Commissione bilancio, ieri ha varato bilancio e finanziaria che verranno discussi in Aula da lunedì. E nel maxi-emendamento dell’esecutivo, vera ossatura del bilancio, non mancano le contraddizioni.
Di fronte a tagli che potrebbero anche riguardare, ad esempio, le mense studentesche e gli stipendi dei dipendenti regionali, si trova il modo per prevedere una spesa di duecentomila euro per il “portavoce” dell’assessore all’Ambiente e territorio Sebastiano Di Betta, e una da 250 mila per spese di rappresentanza e consulenze dello stesso assessorato.
E qualcuno grida già allo scandalo. È il caso di Marianna Caronia: “Come si può pensare di spendere tutti quei soldi per un capitolo di bilancio non certo fondamentale? In una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo è da irresponsabili. Senza contare – prosegue la deputata del Pid – che sempre all’assessorato Ambiente e territorio si è pensato bene di spendere altri soldi per spese di rappresentanza e consulenze. Meno male che bisognava fare sacrifici…”.
E la replica dell’assessore Di Betta non s’è fatta attendere: “L’onorevole Caronia .- ha detto – si sarà certamente confusa, visto che sa bene che il parlamento siciliano ha soppresso con legge la figura del portavoce degli assessori. Tra l’altro sono pienamente soddisfatto della comunicazione istituzionale fornita dall’Ufficio stampa della Presidenza della Regione”.
E allora, quel capitolo di bilancio, il numero 440306 dal titolo “Spese per l’attività d’informazione” del gabinetto dell’assessore? “Abbiamo inserito la somma in quel capitolo, – precisa Di Betta – per poter realizzare un’iniziativa di comunicazione destinata alla promozione e alla valorizzazione dei parchi e delle riserve naturali della Sicilia perché, – prosegue l’assessore – come è anche emerso nel corso dell’ultima Bit di Milano, è in forte crescita il turismo naturalistico. Quel segmento oggi rappresenta una quota di quasi l’otto per cento della domanda complessiva di turismo. Sono dispiaciuto, perciò, che la Caronia non ritenga prioritaria la politica di valorizzazione delle aree protette, tesa a incrementare i flussi turistici”.
Ma la replica non ha soddisfatto la deputata: “L’assessore lo ammetta – incalza la Caronia – si è trattato, in entrambi i casi, di escamotage di bassa lega per poter offrire le solite consulenze onerose, vero marchio di fabbrica di questo governo”.