CATANIA – Nuovo colpo di scena sul caso dell’Ordine dei medici di Catania. Dopo la richiesta di scioglimento del Consiglio direttivo e delle commissioni di albo dell’Ordine avanzata lo scorso 1 agosto da alcuni medici consiglieri dimissionari, adesso arriva anche il ricorso presentato al Tar nei confronti del ministro della Salute, Giulia Grillo rea – secondo i medici Antonino Rizzo, Emanuele Cosentino, Rosalia Lo Gerfo e Alfio Pennisi – di non essersi ancora pronunciata in merito alla citata istanza, così come sarebbe previsto dai termini di legge. Per i professionisti ex consiglieri, – rappresentati dai legali Dario Riccioli, Attilio Maria Toscano e Rocco Mauro Todero, il ministro avrebbe già dovuto provvedere al commissariamento dell’organismo. Insomma, l’ultimo atto e punta dell’iceberg di una vicenda che ruota tutta attorno ai profondi contrasti in essere fra gli ex consiglieri e il presidente dell’Ordine, Massimo Buscema.
Le motivazioni del ricorso avverso il “silenzio del ministro Grillo” richiamano quelle contenute nella richiesta di scioglimento. I consiglieri contestano, infatti, a Buscema delle presunte violazioni normative nel provvedimento di convocazione della nuova assemblea elettorale. Delle presunte irregolarità rispetto alle quali il ministero non avrebbe però ancora preso alcuna posizione. In seguito alle dimissioni si sarebbero, infatti, dovute svolgere delle elezioni suppletive – finalizzate cioè ad eleggere solo i componenti mancanti all’interno del direttivo – entro 15 giorni, cioè il 3 agosto. I consiglieri si erano dimessi lo scorso 20 luglio. Ma “Il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania ha provveduto soltanto alla convocazione dell’Assemblea elettorale, per di più solo in prima convocazione, nei giorni 21-22-23 settembre”, si legge nel ricorso.
L’istanza di scioglimento era stata presentata al ministero l’1 agosto. Il ministro della Salute avrebbe dovuto rispondere entro 30 giorni, Ma “non ha adottato alcun atto, – si legge ancora -nel termine assegnato del 31 agosto 2018”. Il collegio difensivo si rivolge – in via d’urgenza – ora al Tar affinché “il ministero si pronunci in merito alla condotta del presidente dell’Ordine dei medici, dottor Massimo Buscema, e dei componenti che sono rimasti in carica (6 su 17) e si esprima sulla necessità di salvaguardare l’interesse pubblico alla buona amministrazione dell’Ordine stesso”.
Nel caso di commissariamento dell’Ordine – provvedimento dunque auspicato dai medici dimissionari – si dovrebbe poi procedere con le elezioni per il rinnovo dell’intero Consiglio direttivo e quindi anche della figura del nuovo presidente. Le elezioni suppletive – fanno sapere gli ex consiglieri tramite i loro legali – “alla luce dei fatti che hanno caratterizzato in negativo negli ultimi mesi l’immagine dell’Ordine dei Medici, non sono comunque ormai idonee a risanare il grave pregiudizio determinatosi e che solo l’intervento del Ministro possa ripristinare, tramite il commissariamento, il regolare esercizio delle funzioni pubbliche assegnate all’organo di rappresentanza dei Chirurghi e degli odontoiatri della provincia etnea”.
Nell’ambito della richiesta di scioglimento dell’Ordine dei medici di Catania, i professionisti contestavano, inoltre, a Buscema anche le forme e le modalità individuate per lo svolgimento delle relative votazioni. “Solo tre giorni, e quindi “pochi secondi per il 9405 aventi diritto, in ragione del numero degli iscritti, dell’ampiezza territoriale e delle condizioni geografiche, il chè non garantiscono la piena accessibilità degli aventi diritto al voto”. Negli anni, infatti, si sarebbe sempre reso necessario scegliere più sedi ed estendere dal almeno cinque giorni lo svolgimento delle elezioni.
Ma come accennato, quest’ultimo capitolo sembra essere solo la punta dell’iceberg. Ad influire, nel complesso, ci potrebbero essere anche altre vicende giudiziarie che riguardano il professor Buscema.
L’endocrinologo è stato, infatti, recentemente rinviato a giudizio per calunnia. La querela nei suoi confronti era stata presentata dall’Asp. L’udienza è fissata per il prossimo gennaio. Il medico è, inoltre, coinvolto in un secondo procedimento nell’ambito di una denuncia per aggressione, risalente allo scorso 6 giugno, sporta da un 35enne. A quest’ultima Buscema aveva risposto presentando una contro querela, e sostenendo di essere stato lui vittima dell’aggressione. Lo scontro fisico sarebbe culminato in seguito a una lite scoppiata fra i due.