ROMA – I beni mobili ed immobili sequestrati all’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, per un valore di circa 16 milioni di euro, andranno nelle casse dello stato e no al partito. Lo ha stabilito la sezione regionale della Corte dei Conti.
Nel provvedimento, che accoglie un ricorso presentato dalla Procura regionale, si sottolinea che l’ex tesoriere, attualmente sotto processo con l’accusa di appropriazione indebita, “ha ammesso la propria responsabilità amministrativa e non ha contestato il danno derivante dalla sua illecita gestione dei fondi ricevuti dal partito politico a titolo di rimborso per le spese elettorali”.
Gli stessi giudici contabili, accogliendo una istanza dello stesso Lusi, hanno deciso di decurtare dall’originaria cifra sottratta alle casse del partito (22 milione 810 mila euro) la somma di 6 milioni e 254 mila euro che l’ex tesoriere aveva precedentemente pagato all’erario per imposte e tasse relativi a beni acquisiti con i fondi illecitamente gestiti. Nell’ordinanza di sette pagine si ricorda come sia stato lo stesso ex senatore a chiedere che il patrimonio posto sotto sequestro destinato all’erario, ovvero al ministero dell’economia e delle finanze.