Sarà un pomeriggio caldo, quello di oggi, per il governo Lombardo e la sua desaparecida maggioranza parlamentare. Dopo la bocciatura del Dpef di appena una settimana fa, all’Ars sono in programma la presentazione della mozione di censura nei confronti dell’assessore Gaetano Armao e la discussione dei disegni di legge su rendiconto e assestamento. Il tutto dopo il primo incontro, avvenuto l’altro ieri in seguito a mesi di contrasti, tra i coordinatori regionali del Pdl, Giuseppe Castiglione e Domenico Nania, e una delegazione dell’Mpa. “Livesicilia” ha intervistato Castiglione per chiedergli quante sono, secondo lui, le speranze di arrivare a una soluzione della crisi che sta bloccando le politiche della nostra regione.
Com’è andato l’incontro di domenica sera tra il Pdl e l’Mpa?
“L’incontro è stato positivo. Abbiamo sempre ritenuto che dal dialogo, che purtroppo era mancato negli ultimi mesi, emergano fatti positivi”.
Crede che nei prossimi giorni la situazione possa evolversi positivamente?
“Io lo spero. Il confronto serve a ripianare tutte le grandi questioni. Siamo convinti che in un sistema di elezione diretta l’unico patto che si ha è quello con gli elettori e noi lo vogliamo rispettare. Abbiamo vinto le elezioni con il presidente Lombardo e il Pdl è forza determinante all’interno della coalizione. E adesso noi, quel patto con gli elettori, lo vogliamo ricostruire”.
Anche i leader della vostra corrente, Alfano e Schifani, ieri hanno invitato a fare la pace.
“La loro autorevolezza ci convince ancora di più, dopo la riunione con la delegazione dell’Mpa, che questa è la strada giusta”.
Sarà un nuovo rimpasto di governo a risolvere tutti i contrasti?
“Noi noi siamo attaccati alla poltrona, non abbiamo questo tipo di problemi. Vogliamo capire se, attraverso il confronto con il presidente della Regione, il patto con gli elettori può essere rispettato. Per esempio, la settimana scorsa c’è stato un voto in assemblea che per alcuni versi era tecnico perché c’erano delle grandi riserve della Corte dei conti su un documento, il Dpef, ritenuto carente. In una vera coalizione ci si siede attorno a un tavolo, si discute, si affrontano le emergenze”.
Ha letto che in un’intervista alla Repubblica, Micciché indica la soluzione nel ritorno alla vecchia maggioranza? Ma in cambio, in sostanza, chiede la sua testa
“Mi fa piacere che Micciché oggi si sia convinto che bisogna tornare alla maggioranza espressa dagli elettori. Per il resto non litigherò mai con lui. Quando dice che Castiglione odia Lombardo, gli posso solo rispondere che in vita mia non ho mai conosciuto il sentimento dell’odio. È un sentimento che appartiene a una cultura politica che non è la mia. La mia cultura non è quella del tagliare le teste”.
Ma perché ce l’ha tanto con lei, che cosa gli ha fatto?
“Magari perché è stato sempre innamorato del ruolo di leader del Pdl. La scelta di Berlusconi e dei coordinatori nazionali è ricaduta su di me e Nania e ritengo che esercitiamo il nostro compito con grande orgoglio e lungimiranza. E sottolineo lungimiranza perché se oggi Micciché sostiene che bisogna coinvolgere anche l’Udc gli do il benvenuto nel club di chi ha sempre sostenuto questa tesi”.
A proposito, Micciché ritiene che la sua nomina a coordinatore regionale abbia avuto una ragione precisa: rompere le scatole a Lombardo.
“Con Lombardo ho sempre avuto un rapporto personale ottimo. Sul piano politico possiamo anche avere idee diverse, ma la mia nomina non è stata pensata per rompere le scatole”.
Alla luce di quanto sta succedendo negli ultimi giorni, Lombardo alla fine salverà la poltrona?
“Nessuno vuole disarcionare Lombardo, perché gli elettori hanno scelto lui così come hanno scelto una coalizione. Se c’è, come c’è stata, una modifica in corso d’opera di quella maggioranza è chiaro che non si tratta più della maggioranza a cui siamo legati, che è quella che ci ha visto vincenti con Pdl, Mpa e Udc”.
Il nodo principale è fare rientrare l’Udc?
“Sarebbe una dimostrazione di lealtà nei confronti degli elettori”.
Nel pomeriggio all’Ars si attende una mozione di censura contro Armao. Come andrà a finire?
“Speriamo di non arrivare al voto, nel senso che credo che il presidente chiederà un differimento, perché se si dovesse votare sulla vicenda Armao noi voteremo a favore della censura”.
Lei non è tra quelli che ama particolarmente Armao.
“Io lo stimo come professionista, è uno che fa bene il suo mestiere, ma qui parliamo di politica”.
Dopo la bocciatura del Dpef, oggi si parlerà anche di assestamento e rendiconto. Quali sono le prospettive?
“Presumo che se oggi si apre questa verifica con i partiti, il presidente chiederà di differire questi argomenti”.
Cos’è che non ha funzionato finora nel governo, portando alle divisioni attuali?
“Basta guardare al voto del Dpef e alla relazione della Corte dei conti, secondo la quale non si è affrontata la questione dei rifiuti, non c’è equilibrio finanziario, non si è fatto molto sulla formazione professionale e bisogna ancora migliorare la sanità. O basta pensare al fatto che il governo regionale ha nominato un dirigente generale all’Eas (Ente acquedotti siciliani, ndr) senza poterlo fare, perché c’è bisogno di un concorso. Credo che sia uno scandalo, questi sono atti che la pubblica opinione non può accettare”.
Secondo un’indagine di Demopolis, il 79% dei siciliani vuole stabilità politica. E inoltre la fiducia nei partiti risulta ai minimi storici. Come interpreta questi dati?
“Se ripartissimo dalle coalizioni, mantenendo fede al voto degli elettori, aumenterebbe la fiducia nei partiti”.
A fine ottobre ha dichiarato che per lei Micciché è un amico. Lo considera ancora così?
“Assolutamente sì. Abbiamo avuto delle evidenti divergenze di natura politica. Adesso lui modifica alcune sue opinioni e ne prendo atto con soddisfazione”.
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