Catania, acqua e gestore unico: i sindaci sembrano fare quadrato

Catania, acqua e gestore unico: ora i sindaci sembrano fare quadrato

Ieri incontro decisivo. Mancuso: "Pronti ad approvare Piano d'ambito e finanziario"

CATANIA – Sul fronte della battaglia dell’acqua, questa volta forse la notizia c’è davvero. Ed è quella che vedrebbe i sindaci ricompattarsi sull’approvazione di due passaggi determinanti: l’approvazione del Piano d’ambito e delle tariffe. Tutt’altro che questioni da poco. E che è destinata a sbloccare una questione intricatissima ed in stand by da anni. Nonostante sentenze e battaglie colpi di carte bollate e consuete schermaglie della politica.

Catania, la riunione dei sindaci

La vicenda è quella del passaggio alla società mista pubblico-privata Servizi idrici etnei che dovrà prendere in mano la gestione degli acquedotti. Ed al contempo di depuratori e fognature nei 58 Comuni della provincia di Catania.

Ieri alla sede della Città metropolitana di Nuovaluce a Tremestieri, nuovo ed in qualche modo decisivo incontro tra i primi cittadini del Catanese. A presiederlo il presidente dell’Assemblea territoriale idrica dell’Ato Catania 2, Fabio Mancuso sindaco di Adrano. Di tutto rispetto anche la partecipazione di oltre il 70% dei sindaci dei 58 Comuni.

Entro la fine del 2025 potrebbe, dunque, arrivare l’ok a Piano d’ambito e tariffe. Del resto, c’è da accelerare sulla scorta di quell’accordo firmato nell’estate dello scorso anno tra l’Ati e la Sie che ha prodotto una convenzione che dura 29 anni. In quell’occasione vennero anche ripensati i numeri: oltre 2 miliardi di lavori. Di questi almeno la metà in gestione diretta.

Le parole di Mancuso

“Il percorso, non sempre facile, per approvare il piano d’ambito e il piano economico finanziario dell’Ati ha trovato l’unanimità dell’assemblea per approfondire le questioni sollevate dal gestore unico e da alcuni Sindaci – dice a Live Sicilia, il presidente Fabio Mancuso -. La maggioranza dei Sindaci concorda anche a definire in tempi brevi l’approvazione del PDA e del PEF strumenti indispensabili per garantire efficacia, efficienza ed economicità al sistema idrico integrato della nostra provincia”.

Una doppia approvazione che romperebbe gli indugi. Perché a quel punto l’azione della Sie scatterebbe ufficialmente. Solo nel primo anno vi sarebbero centinaia di milioni di euro da investire sulla rete irdirca della provincia.

Capitolo tariffe e bollette

Nel racconto, diventa inevitabile l’aumento delle tariffe sull’acqua. Un capitolo sul quale gli stessi sindaci non fanno mistero si dovrebbe intervenire rivedendo il cofinanziamento Sie legato all’iter del 2005. Corrispondente ad un 39%, pari a circa 500 milioni di euro. Proposta di tariffe della Sie che ha ricevuto anche un parere tecnico negativo dalla società incaricata. Vedremo.

Un ragionamento simile vale anche per la depurazione. Il commissario straordinario unico per la depurazione delle acque reflue, Fabio Fatuzzo, non è rimasto a guardare. E sulla scorta dei pronunciamenti del Tar ha già interloquito con Sie per l’affidamento dei primi lavori.
Del resto, proprio sul fronte della depurazione il nostro territorio ogni anno paga 6 euro ad abitante equivalente per le infrazioni in materia di depurazione. Un danno da decine e decine di milioni di euro all’anno.

Somme importanti. In un quadro di reti colabrodo che decreta la perdita di ingenti quantità d’acqua e che fa a pugni con la necessità di investire su un fronte che si è trascinato fino alle vicende di questi ultimi mesi. Il tempo pare essere abbondantemente scaduto.


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