Catania, dal tentato omicidio al blitz antidroga - Live Sicilia

Catania, dal tentato omicidio agli arresti

I retroscena dell'operazione che nella notte ha decapitato due gruppi di spaccio (foto Dario Azzaro)

CATANIA – Qualche anno fa hanno tentato di ammazzare Giuseppe La Placa, ‘u sfregiato, ex soldato dei Cursoti Milanesi poi passato nel clan Cappello Bonaccorsi. Era il 12 novembre 2018 nel cuore di San Berillo nuovo, il 43enne è colpito davanti a una sala scommesse. L’anno prima anche Anthony Scalia, 30 anni, è ferito a colpi di pistola (era il 30 novembre 2018). Da quei fatti di sangue sono partite le indagini che hanno portato al blitz della notte. La retata Blanco della Squadra Mobile ha permesso di scoprire due floride attività illecite di droga, una diretta dal figlio di Nuccio Ieni, Francesco e l’altra da Michele Schillaci, boss di Cosa nostra catanese. Scalia dopo il suo ferimento finisce in cella: gli agenti gli trovano a casa 675 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana. Quella sera scatta anche una perquisizione nel parcheggio di via Della Bainsizza, i poliziotti trovano un piccolo arsenale: una pistola semiautomatica calibro 44 Magnum con matricola abrasa provvista di caricatore rifornito con 6 cartucce del medesimo calibro, un revolver Smith Wesson calibro 357 Magnum e tamburo rifornito con 6 cartucce del medesimo calibro e un giubbotto antiproiettile. In un loculo del cimitero comunale poi i poliziotti della Narcotici trovano un sacco utilizzato per le salme pieno di pistole: una pistola mitragliatrice con matricola abrasa, una pistola semiautomatica calibro 7.65 con matricola abrasa, una pistola semiautomatica Colt Super 38 Automatic, oltre a svariate munizioni di diverso calibro, anche da guerra.     

Da qui partono, in sinergia con la Dda di Catania, diverse intercettazioni che permettono di fermare il traffico di droga sull’Asse Sicilia-Calabria. La prima aveva sede operativa a San Giovanni Galermo: Schillaci, aiutato da Michele Fontanarosa e il trafficante Giovanni Minnici sarebbero riusciti a far arrivare dalla Locride a Catania e nell’agrigentino diversi carichi di cocaina grazie all’aiuto di diversi corrieri: in poco meno di sei mesi, sono stati documentati 21 trasporti per un totale di 21 kg di cocaina. La droga una volta arrivata in Sicilia sarebbe stata nascosta a Mascalucia.

Il quartiere generale del secondo gruppo di spaccio (questa volta di marijuana) era San Berillo Nuovo. I principali artefici sono Francesco Ieni e il trafficante calabrese Alessandro Robortella. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 23 chili di marijuana oltre a diverse armi. A casa di Maurizio Salici a marzo 2019 i poliziotti sequestravano “una pistola semiautomatica calibro 9X21 di provenienza furtiva con inserito caricatore rifornito con 8 cartucce del medesimo calibro, un secondo caricatore rifornito con 13 cartucce del medesimo calibro ed un silenziatore per pistola semiautomatica”. Alla fine dell’anno una pistola carica anche a casa del figlio di Nuccio Ieni.


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