Seconda giornata del Catania Book Festival (dal 6 all’8maggio a Le Ciminiere di Catania) diretto da Simone dei Pieri. La giornata è dedicata ai luoghi descritti attraverso l’anima e alle storie raccontate per amore di verità e giustizia.
Sabato 7 maggio è il giorno di Francesca Michielin, l’artista che a Catania incontrerà il pubblico in veste di scrittrice con il suo romanzo “Il cuore è un organo”, del giornalista Peter Gomez con il suo “Mani pulite. La vera storia” e di Caterina Bonvicini e “Mediterraneo. A bordo delle navi umanitarie”.
La coppia Maura Gancitano e Andrea Colamedici presenta il saggio “L’alba dei nuovi dei” (da Platone ai Big data) mentre il docente Antonio Di Grado si dedica a: “Catania: due o tre cose che so di lei”.
Attesissimi per domani, domenica 8 maggio, terza e ultima giornata della kermesse, gli scrittori Jonathan Bazzi che presenterà “Corpi minori” (Mondadori) e Paolo Calabresi attore amatissimo dal pubblico, che da anni si misura con successo anche con la scrittura; proporrà il suo “Tutti gli uomini che non sono” (Salani), e le scrittrici Lisa Ginzburg, autrice del raggio-racconto “Jean Moreau” (Giulio Perrone) e Veronica Pivetti, che ha scritto il giallo “Tequila bang bang” (Mondadori) .
La giornata di venerdì
Pubblico numerosissimo e attento per la prima giornata festivaliera di venerdì 6. L’evento dedicato al saggio di Marco Bova: “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato” (Chiarelettere) , moderato da Matteo Iannitti con la partecipazione di Sebastiano Ardita. Lo Stato italiano non riesce a catturare il boss Matteo Messina Denaro. Potrebbe trattarsi di auto sabotaggio, di volontà politica?
“Non possiamo affrontare questo tema con la semplificazione. – ha spiegato l’autore- Tentiamo di rispondere alla domanda entrando nella complessità.
Non possiamo credere che uno Stato non cerchi l’ultimo latitante di Cosa Nostra con tutte le sue forze; formalmente mette il massimo impegno nella comprensione e nel raggiungimento della latitanza di Matteo Messina Denaro. Dall’altra parte, abbiamo scoperto che c’è lo Stato malandrino, uno stato parallelo che oggi sta emergendo in tutte le sue forme grazie al lavoro di Procure di altre regioni”.
Il prof. Matteo Saudino, curatore del canale YouTube di successo, BarbaSophia, intervistato da Federica Alba di Raimondo, ha spiegato come “Ribellarsi con filosofia” (Vallardi). Saudino ha ispira il pubblico citando Pascal e Leopardi, Kant e gli eroi della Disney + ma chiarisce cosa vuol dire oggi pensare con la propria testa: “Siamo le scelte che facciamo. Ma non siamo solo questo. Perché davanti a scene di guerre, davanti alla pandemia, ci rendiamo conto che ci sono cose per cui non possiamo scegliere. Ci sono decisioni che vengono prese dai pochi, per i molti. Kant ci ricorda la comodità di vivere con i tutor, ovvero gli accompagnatori, i supporti che ci permettono di vivere liberamente e spiccare il volo, ma ci sono poi uomini che si accontentano di vivere sorretti da altri, senza scegliere ed utilizzare la propria libertà, la propria voce. Adesso si ha un’ illusione di anticonformismo”.
Intenso e in qualche misura spirituale l’abbraccio dei lettori per Gianluca Gotto autore del romanzo “La Pura Vida” edito da Mondadori. L’autore ha dialogato con Diana Anastasi a partire dal suo protagonista, Alessio, dall’ incontro che questi ha con Elena e al quale segue una forte esigenza di cambiamento di vita. Teatro del racconto di Gotto, la Costa Rica. I fondamenti della Pura Vida sono: fiducia, passione, lentezza, rispetto per la natura, semplicità e spontaneità.
“La chiave della Pura Vida è la consapevolezza di tutto ciò che succede non solo all’infuori di noi, ma soprattutto dentro di noi. Ognuno ha una vita e un percorso diverso dall’altro, ma bisogna cercare qualcosa che sia applicabile a chiunque. Va bene lavorare sul contesto, ma basare tutta la nostra felicità solo su fattori esterni significa metterla nelle mani degli altri e soprattutto nelle mani del caso”.
Il filo che lega i volutamente normali ma appassionanti personaggi del nuovo romanzo di Elvira Seminara “ Diavoli di Sabbia“ (Einaudi) è il dialogo. Intervistata da Erica Donzella, la scrittrice catanese ha spiegato di aver lavorato su una macchina narrativa che ha escluso la voce narrante, un esperimento in effetti mai tentato: “I personaggi si presentano direttamente al lettore tramite le loro conversazioni. Ognuno passa fa un dialogo all’altro con una sorta di staffetta. E nel racconto successivo ciascuno cambia ruolo, il padre diventa fratello, il fratello diventa amico ecc, e questo attiene alla molteplicità della nostra identità. Le nostre dimensioni variano a seconda del ruolo che in quel momento rivestiamo. La relazione di ognuno di noi è relazione non solo con gli altri ma anche con se stessi”.
Toni informali ma molto partecipati per l’incontro con lablogger romana Isabella Premutico, autrice del divertente “Merdoscopo”(Mondadori). Tra carte astrali e segni zodiacali, l’autrice intervistata da Giulia Costanzo ha spiegato che occuparsi di stelle sia “sicuramente un modo per comunicare con l’altro”.