Nove giorni dopo ancora caos e polemiche su Fontanarossa - Live Sicilia

Nove giorni dopo ancora caos e polemiche su Fontanarossa

Scambio di accuse sul piano delle responsabilità, ramificazioni con polemiche e scarsa collaborazione per le soluzioni

CATANIA – Nove giorni dopo l’incendio all’aeroporto di Catania continua il caos per i voli cancellati o dirottati e, peggio ancora, divampano le polemiche politiche.

La più accesa è quella tra la maggioranza di governo regionale guidato da Renato Schifani e parti di quello nazionale, ministro Adolfo Urso in testa. Scambio di accuse sul piano delle responsabilità, ramificazioni con polemiche a tutti i livelli siciliani, scarsa collaborazione su quello delle soluzioni, tanto che oggi toccherà al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini allestire un tavolo per analizzare il dossier aeroporto.

Danni consistenti

Salvo Politino, presidente di Assoesercenti Sicilia, ha stimato danni da 40milioni di euro al giorno per l’economia catanese e regionale. Tra le vittime ci sono tutti i protagonisti della filiera turistica, dalle imprese di trasporto ai taxi, bed e breakfast, bar, ristoranti, agenzie di viaggio e alberghi. Non a caso, Politino ha parlato, nell’ultima analisi, della “desertificazione” di Catania.

Il rilievo delle criticità è pienamente condiviso da Nico Torrisi, manager della Sac, società che gestisce l’aeroporto etneo, che ha un passato da leader degli albergatori, operando nel settore. “Ci sarà un momento per quantificare i danni all’aeroporto, ma mi stanno ancor di più a cuore – ha detto Torrisi a LiveSicilia – le sorti dell’economia regionale e per questo ci scusiamo personalmente ogni giorno, ma stiamo cercando di fare il possibile e l’impossibile”.

L’aeroporto non è chiuso, ma…

Durante il sopralluogo della Commissione Trasporti, Torrisi ha ricordato che l’aeroporto non è chiuso, ma dal giorno successivo all’incendio lo scalo ha ricominciato a funzionare gestendo, proprio ieri, circa un terzo del passeggeri in transito da Catania. Parliamo di circa 14mila persone, le altre 28mila si trovano giornalmente smistate negli aeroporti di Comiso, Palermo e Trapani. E qui entra in ballo il cortocircuito che non ha consentito di riprogrammare i viaggi già acquistati o, peggio ancora, di restare avvolti in un limbo di interrogativi e problemi. Come ha ricordato proprio ieri la parlamentare Eliana Longi di FdI.

“Avrebbero dovuto gestire meglio il flusso di informazioni con i passeggeri – ha sottolineato la Longi a LiveSicilia – le critiche e le polemiche le lascio, però, alla fine di tutto, questo non è il momento di litigare, ma di stringerci tutti per fare ripartire pienamente l’aeroporto”.

La matassa

A catena, il difficile ritorno alla normalità di Fontanarossa, sta provocando non pochi problemi agli altri scali siciliani. Una delle immagini simbolo è quella dell’immensa distesa di bagagli stipati nell’aeroporto di Palermo, agli arrivi. L’altra immagine è impressa negli occhi di turisti e anziani che brandiscono ogni centimetro di ombra a ridosso della vecchia aerostazione di Catania, quella dismessa per far posto al nuovo scalo incendiato. È lì che si incrociano gli sguardi degli aspiranti viaggiatori, con le insegne degli autobus in arrivo, che devono raggiungere Trapani e Palermo. Lo sa bene una coppia di ragusani, dopo tre giorni di voli annullati, come hanno raccontato nel nostro reportage: dovevano essere già a Monaco di Baviera, ma si contendono le bottigliette d’acqua messe a disposizione dalle associazioni di protezione civile in via Fontanarossa.

Il tavolo di Salvini

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha convocato tutti a Roma per analizzare il dossier aeroporto. Si rinfocola, così, l’asse Lega – Schifani, col vicepresidente della Regione Luca Sammartino delegato ai rapporti con l’Ars al posto di Marco Falcone. Non a caso, ieri, la senatrice Valeria Sudano e il deputato della Lega Anastasio Carrà hanno gettato acqua sul fuoco delle polemiche interne al centrodestra, rispetto alle quali anche Anthony Barbagallo si è detto “preoccupato”. Adesso si spera che possa prevalere un nuovo asse, quello delle soluzioni, perché i litigi o, peggio ancora, la “corsa” per la poltrona alla guida della Sac non interessano ai 40mila viaggiatori che, ogni giorno, vorrebbero poter transitare dall’aeroporto di Catania, senza pentirsi di aver varcato la porta della Sicilia.


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