Catania, il Commissario a tutto campo: rifiuti, urbanistica, daspo

Il Commissario a tutto campo: rifiuti, urbanistica, daspo

Abbiamo incontrato Federico Portoghese che oggi gestisce la città di Catania e quella Metropolitana. Tante le urgenze: "Ma io non aspetto certo le elezioni per fare le cose"

CATANIA. Dal febbraio di quest’anno è Commissario della Città metropolitana. Da inizio del settembre scorso è, invece, a capo della Città di Catania. Per Federico Portoghese, 69 anni, con alle spalle ruoli di prestigio all’interno dell’Ateneo etneo, non sarà certo una passeggiata di salute ma quella di questi mesi per lui è anche una sfida. Da vincere.
Lo incontriamo in un clima confidenziale nel quale dimostra di avere le idee chiare in un contesto, però, dove il tempo a disposizione non è esattamente moltissimo, considerando che a Catania si vota nella prossima primavera.

Nella veste di doppio Commissario immagino che la sua vita sia cambiata parecchio.
“La mia vita tutto sommato è cambiata poco. Sono sempre stato abituato a lavorare dieci, undici ore al giorno: ed è così anche ora.
E avendo una forma mentis aziendalista provo non solo a trovare le criticità ma soprattutto dare un andamento più logico alle cose”.

A cosa si riferisce?
“Vuole sapere una cosa? Quando all’inizio ho assunto il mio ruolo da Direttore qui alla Provincia, non esisteva nemmeno la struttura. Oggi non solo abbiamo rimesso in piedi la situazione ma stiamo assumendo anche del personale.
Però quello che adesso occorre fare è intervenire a livello strategico sull’efficientamento energetico, per la Città metropolitana e per la Città di Catania”.

Che clima c’è a Palazzo degli elefanti?
“Lì c’è un assetto diverso. Anche molto strano, almeno per me. Esistono due assetti opposti che si confrontano: c’è l’ambito politico ma c’è anche l’assetto gestionale. Da tecnico mi sento di dire che occorre una separazione tra la responsabilità politica e quella amministrativa: cosa che io ho fatto alla Città Metropolitana. Le dico che tanti danni patrimoniali, soprattutto sul fronte degli immobili scolastici, sono molto gravi”.

Quella degli edifici scolastici è una questione che fa gridare rabbia.
“Ho portato avanti un programma di ristrutturazione degli edifici scolastici attraverso il Piano triennale. Personalmente, ho visto scuole che strutturalmente sono a serio rischio. Noi interverremo: lo sanno i sindaci e lo sanno i dirigenti scolastici”.

A Catania si vota nella prossima primavera. Qual è il compito politico di un commissario? Mantiene i rapporti con la precedente giunta e, inevitabilmente, col consiglio comunale?
“No, a me non interessa l’aspetto politico. Devo fare i complimenti ai consiglieri comunali, tra l’altro molti li conoscevo anche avendoli avuti come studenti universitari, che stanno collaborando nel tentativo di fare un passo avanti nelle tante cose che ho trovato in arretrato”.

Come ad esempio?
“Beh, come ad esempio la rete fognaria, stiamo parlando di un lavoro da 700 milioni di euro che assieme al commissario governativo abbiamo già definito da tempo. Stiamo parlando di una cifra che è una volta e mezzo il Pnrr ed i Pon Metro. E’ una risorsa fondamentale per Catania.
L’assegnazione è stata difficile ed ora si deve dare avvio alla regolarizzazione procedurale: dobbiamo evitare la giungla di contenziosi perchè si rischierebbe non solo di perdere i fondi ma anche di pagare col Bilancio”.

In che modo?
“Ho già scritto alla Corte dei Conti prendendo in considerazione la possibilità che qualora una impresa non venga rispettato il contratto si potrà andare direttamente al secondo aggiudicatario.
Altro rischio da evitare è quello legato ai Comuni che sono quasi tutti in dissesto. E, allora, come si fa a non avere la disponibilità di cassa equivalente all’appalto che deve partire? Tocca al Mef intervenire e spero che i Comuni si facciano sentire”.

In queste settimane si parla molto di Piano urbano generale.
“Intanto, abbiamo rinnovato la convenzione per il parcheggio multipiano di un Corso Sicilia che è destinato ad avere un altro aspetto. E mi piacerebbe che riuscissi io a far iniziare tutto. Mi piacerebbe da catanese.
Ma la questione aperta è quella di riqualificare le periferie. E qui devo dire che le politiche indirizzate alle esigenze delle periferie sono state davvero carenti. Questo non significa che devo rimanere fermo: a breve consegneremo nuovi alloggi a Librino e so quanto importante sia per tante persone”.

Così come per le persone è fondamentale anche che sia risolto il problema della spazzatura.
“E’ importante capire perchè è accaduto tutto questo. Non applicare in modo modulare quello che si era deciso non ha portato a nulla. Nel merito dei rifiuti, se sai che l’ente non ha più personale perchè hai fatto una politica d’esternalizzazione che ha portato a pagare di più?
Io sto agendo in maniera diversa. Non posso toccare i contratti già fatti ma nemmeno posso subirli. E allora, agiremo detassando quei quartieri che effettueranno la differenziata, agevoleremo quei commercianti che effettueranno il riciclo: sono modelli che passo dopo passo porteranno il loro risultato”.

C’è anche una città che appare fuori controllo
“Ci sono persone che credono che la città le appartenga e soprattutto il sabato e la domenica fanno quello che vogliono. I vigili urbani hanno già dato il via a controlli serrati e multe. Ma non basta. Abbiamo transennato la zona che porta al Teatro Massimo. E non basta nemmeno questo. L’ordine pubblico non mi compete ma posso certamente segnalare quello che accade. Ma non basta ancora.
E, allora, si parla da anni di Daspo urbano ed a breve adotteremo il regolamento. Cerchiamo di metterci al passo, almeno per il tempo che ci sarò”.

Lei che consiglio si sente di dare al prossimo sindaco di Catania?
“Il prossimo sindaco deve dotarsi di un manager che effettui scelte gestionali. Da qui partono i servizi efficienti e che, dunque, funzionino”. 

Nel frattempo le tocca portare avanti la città.
“Ed io non aspetto certo le elezioni per fare le cose”.

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