Consiglio Catania, ok a Rendiconto: si va verso l'uscita dal dissesto

Consiglio comunale, ok al Rendiconto: si va verso l’uscita dal dissesto

Maggioranza compatta. Le critiche dell'opposizione

CATANIA – Un peso non indifferente. Che vale sessanta milioni e che graverà sulle spalle dell’amministrazione – e quindi dei cittadini – per i prossimi tre anni. A tanto ammonta il disavanzo del Comune di Catania certificato nel Rendiconto di gestione 2024. Votato dall’aula ieri sera dalla maggioranza che sostiene il sindaco Trantino. Il documento, che arriva in aula commissariato, dal momento che andava approvato entro il 30 aprile, passa con 26 favorevoli e i 5 contrari delle opposizioni.

Il peso del dissesto

L’atto avrebbe potuto avere esiti diversi. Ed aveva vissuto esiti diversi in effetti, prima della relazione dell’Organismo straordinario di liquidazione, che ha certificato la fine del dissesto – almeno formalmente – restituendo all’ente la massa debitoria residua, confluita adesso nel bilancio.

Come spiega l’assessore, Giuseppe Marletta. “Paradossalmente approviamo in anticipo rispetto allo scorso anno”, precisa all’inizio del suo intervento, quasi a voler spegnere in anticipo eventuali polemiche sui ritardi.

“Quello per il 2023 è stato deliberato in consiglio nel mese di novembre”. Marletta loda  il puntuale lavoro degli uffici, ma – sottolinea “vi sono stati elementi esogeni che hanno convinto e hanno portato a rallentare quell’iter già in fase conclusiva per dare conto di questi eventi successivi”. L’evento è la relazione che l’Organismo straordinario di liquidazione, che per oltre cinque anni ha gestito il dissesto dell’ente, termina il proprio lavoro, invia all’ente a luglio. “Abbiamo ricevuto la notifica del rendiconto della Commissione straordinaria relativo alla fase del dissesto – spiega l’assessore – che ha determinato una modifica di quel che si era rappresentato”.

L’azione di risanamento e il disavanzo

Marletta insiste sul fatto che il risultato di gestione sarebbe stato positivo se nel bilancio non fossero rientrati questi debiti. E come, negli ultimi anni, il lavoro di ripiano del disavanzo avesse dato effetti positivi. “Avremmo avuto un risultato di gestione pari a oltre 368 milioni e, dopo la parte degli accantonamenti, vincolata, un risultato positivo che permaneva seppur di poco positivo – afferma. La gestione del 2024 sarebbe stata rappresentata in questi termini prima di ricevere il resoconto della Commissione straordinaria”.

L’assessore si sofferma sul lavoro fatto dal Comune negli anni in cui “ha potuto occuparsi del bilancio scevro da quelli che erano i debiti antecedenti al 2018” e come “negli anni, dal 2020 al 2023, abbiamo potuto registrare il ripiano di quel disavanzo (di 138 milioni di euro al 2018 n.d.a.) chiudendo il rendiconto di gestione del 2023 con un risultato positivo. Questi dati oggi fanno i conti con quelle che sono le risultanze della Commissione straordinaria di liquidazione”.

Il bilancio gravato dai debiti

I conti del Comune restano gravati da una mole non indifferente di debiti, non transatti dall’Osl e quindi rientrati nel bilancio. “Il bilancio ordinario deve tenere conto anche nell’esercizio in corso, di quelli che sono i debiti che non sono stati transati dalla Commissione – prosegue Marletta – che ci ha retrocesso 149 milioni di euro per i quali sono stati accantonati comunque 11 milioni e più altri 68 milioni”.

A questo si aggiungono “60 milioni di posizioni debitorie non trattate perché frutto di un contenzioso pendente” e “altre posizioni che sono state individuate come inammissibili, per le quali, in maniera prudente si è previsto di avere accantonamenti che potessero metterci in sicurezza”.

Milioni ai quali si uniscono quelli degli accantonamenti che “in totale – sottolinea Marletta – superano il risultato di amministrazione” e che, uniti alla parte vincolata, “determinano un disavanzo di 60 milioni di euro”.

L’assessore si sofferma sulla composizione della spesa del Comune. In grandissima parte assorbita da rifiuti e servizi sociali, sulla mancata riscossione e sulla necessità di accantonare somme a copertura dei debiti. Ma, di fatto, l’immagine che restituisce il rendiconto è quella di un ente ancora gravato da pesi finanziari.

L’attacco dell’opposizione

Come sottolineano gli esponenti dell’opposizione che animano il dibattito. A cominciare dal capogruppo del Partito democratico, Maurizio Caserta. “Conosciamo le ragioni, il lavoro importante delle commissioni che ci ha permesso di venire a conoscenza di quel che può spiegare questo ritardo – dice. Ma non ho trovato un’assunzione di responsabilità. Questo è il segnale che l’ente non sta bene. Questo significa – tuona il capogruppo – che, nei prossimi anni, non potremo garantire alla città servizi migliori. Formalmente siamo fuori dal dissesto – aggiunge – ma sostanzialmente lo siamo ancora”.

Conoscere se la condizione di dissesto sia realmente superata o meno è quanto chiede il capogruppo del Misto, Graziano Bonaccorsi. “Leggendo l relazione sorridevo perché è la fotografia di un fallimento politico e amministrativo annunciato – dichiara l’esponente del Movimento 5 Stelle che parla di “numeri impietosi”. “I numeri parlano di una condizione – insiste – e qualcuno dovrà rispondere se siamo o non siamo in dissesto”. 

Il documento passa con 26 favorevoli e 4 contrari. Sono 24 i favorevoli e 4 i contrari qualche minuto dopo nell’approvazione del documento che ripiana il disavanzo nei prossimi tre anni: l’amministrazione dovrà accantonare 35 milioni nell’esercizio 2025, 15 milioni nel 2026 e 10 milioni per il 2026.


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