Catania, gemellaggi e altre sciocchezze - Live Sicilia

Catania, gemellaggi e altre sciocchezze

La proposta e le vostre risposte
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Catania e Palermo si amano di amori diversi ed eguali. Ci sono dissonanze che le rendono inaccostabili. C’è un umore di sottofondo che le riunifica dentro un’identica bellezza. Questo è il primo termine del discorso. Veniamo al secondo. Gemellaggio, nel linguaggio degli ultras, è legame sacro che impegna l’onore. L’opposto sentimento coinvolge faide antichissime, di cui si perse la memoria nella bruma dei secoli scorsi. Eppure tutti son pronti a giurare con la mano sul cuore che il nemico è tale perché è cattivo. Noi, nella contesa, siamo nella pelle dei buoni. La nequizia non è reciproca. A Catania, si racconteranno storie tremende sui tifosi palermitani che mangiano i bambini. A Palermo, si narreranno fiabe immonde di bambini palermitani che divorano i tifosi. La rassegna stampa della collera alimenta la patologia del rancore. Ci odiamo. E così sia.

Io ho amici catanesi. Conosco altri palermitani che di settimana si recano a Catania per lavoro o per diporto e non si acconciano esattamente come Conan il barbaro. Né installano mitragliatrici sul parabrezza. Palermo e Catania, ognuna nel riflesso dell’altra, sono città già gemelle, a dispetto delle bassezze e della cecità di campanile. L’una sarebbe meno bella e meno se stessa senza l’altra a delimitarne il senso e i confini. E perché in curva non può valere ciò che ci serve per andare avanti nella vita quotidiana? Perché i caffè che prendiamo al bar con i cugini, a casa nostra o loro, nella Repubblica indipendente del pallone devono per forza trasformarsi in cipigli e promesse d’inimicizia? Altra cosa è la sana rivalità sportiva, che comprende l’amicizia, la stretta di mano. Siamo su territori contrapposti.

Ho lanciato la proposta di un gemellaggio. Ho ricevuto un sacco e una sporta di intimazioni al silenzio. Mi specchio nelle aggettivazioni più cruente dei lettori che mi hanno voluto onorare col loro biasimo. Ora so che quest’Isola non muterà mai. Per me, l’idea del gemellaggio si alzava oltre le staccionate di un campo di calcio. Però vedo che è praticamente impossibile non ridurre tutto a Berlusconi o al pallone, perfino qui.
Un’ultima sottolineatura. Ieri abbiamo pubblicato l’articolo cialtrone di un tale che fa il tifo per il vento nel Canale di Sicilia, a dispetto degli annegati. Solo un paio di voi, bontà loro, hanno manifestato una reazione purchessia. Il derby è molto più sentito. E’ argomento più allettante della dignità umana e del respiro. E queste, ovviamente, sono le sciocchezze.


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