Catania, il Pd chiede le dimissioni di Pogliese: "Si torni al voto" - Live Sicilia

Catania, il Pd chiede le dimissioni di Pogliese: “Si torni al voto”

Intervista al segretario provinciale, Angelo Villari.

CATANIA – Salvo Pogliese è stato sospeso nuovamente dalla carica di primo cittadino sulla scorta della Legge Severino. Angelo Villari, qual è la posizione della segreteria provinciale del Partito democratico circa la fase che vive attualmente Catania anche al netto delle vicende giudiziarie che hanno investito il sindaco eletto nel 2018?

“Mi consente una premessa?”

Prego.

“Voglio evitare qualsiasi incomprensione, per questo voglio specificare che non c’è nulla di personale in quanto le dirò. Non fosse altro che mi auguro che Pogliese possa essere assolto da ogni accusa. Però c’è una legge e la legge va rispettata”.

Sempre?

“Sì. Una legge è una legge, anche se può non piacere. Sulla Severino, ad esempio, anche io ho qualche dubbio. Ma sono uno di quelli, per intenderci, abituato a ragionare che le sentenze non vanno neanche commentate, salvo poi intervenire nelle opportune sedi giudiziarie”.

A proposito della Severino, lo stesso Pd ha depositato un disegno al Senato per riformarla. 

“Mi dicono che già a marzo potrebbe esserci la discussione, sì. Tuttavia, ritengo corretto che il sindaco sia stato sospeso”.

Ecco, arriviamo al dunque: il Pd cosa crede debba fare il sindaco Pogliese?

“Crediamo che debba dimettersi e che bisogna tornare quanto prima al voto. Catania ha bisogno di un sindaco che possa affrontare con pienezza di poteri il governo della Città”.

Qual è il giudizio su questa amministrazione?

“Pessimo, lo riconoscono tutti. Anche i membri della sua maggioranza. In consiglio comunale, durante l’ultima seduta, in cui si è discusso di igiene ambientale, non c’è stato consigliere di centrodestra che non abbia detto che la situazione è drammatica, che questo settore sia stato governato in modo pessimo”.

Dal centrodestra dicono anche che i problemi sul versante rifiuti derivano dalla stagione precedente, dove lei era peraltro in Amministrazione. Come replica?

“Mi sembra specioso che si continui a dire di aver ereditato certi problemi dall’esperienza Bianco”.

Da dove viene il dissesto?

“Non c’è dubbio che l’amministrazione Bianco abbia tentato in tutti i modi di garantire i servizi, l’equilibrio di bilancio e di evitare in tutti i modi il dissesto. La vecchia giunta ha ereditato da Stancanelli il piano di rientro e su quella linea ha lavorato. Anche qui, talvolta ci si scorda della Storia”.

Che storia è stata quella dell’ultima esperienza Bianco?

“Non vi è dubbio che l’amministrazione abbia tentato di dare risposta alle esigenze di questa città. E lo ha fatto onorevolmente. Questo perché c’era una visione”. 

Perché Pfizer ha deciso di lasciare Catania?

“L’amministrazione comunale, regionale e nazionale non possono permettere che ciò accada. L’azienda è arrivata dieci anni fa e dopo aver sfruttato questo stabilimento non può smantellarlo. È inaccettabile”.

Qualora il sindaco si dimettesse si andrebbe al voto. Il Pd è pronto?

“Noi stiamo lavorando per costruire un’alternativa a un’amministrazione che ha lavorato male. Il Pd sarà centrale all’interno di una coalizione aperta alla sinistra e alle forze moderate. Ma non è l’interesse del Partito democratico che va guardato in questo momento, semmai quello dell’intera comunità cittadina”.

Voci autorevoli del Pd catanese lamentano che i dem siamo più attenti a ciò che accade in area Etna o nel Calatino, ma non al radicamento sulla Città. Condivide questa analisi?

“Onestamente no. Non è cosi. Non lo dico soltanto per difendere la mia segreteria. Stiamo costruendo l’alternativa sulla Città. Dalla Festa dell’Unità del 2020 abbiamo messo in campo più di un’iniziativa in questa direzione. Il cantiere è aperto. Sappiamo tuttavia che non è facile dare linfa a un partito che per tanto tempo è stato fermo”.

Guardando al Pd catanese, Elisabetta Vanin, che nella scorsa legislatura è stata consigliera di punta dell’area Bianco, è subentrata a Jacopo Torrisi. Perché questo avvicendamento?

“Un passaggio normale, che avremmo dovuto compiere già in fase congressuale. Era previsto che si individuasse un coordinatore dei circoli e non soltanto un delegato per la città. Lei ha tutte le qualità per svolgere bene questo ruolo. Non si tratta dunque di una svolta”. 

E di che, allora?

“Della continuità dell’azione del partito nella città di Catania”.

Enzo Bianco è ancora una risorsa da mettere in campo per le prossime sfide del Pd catanese?

“Lo è sicuramente. Così come lo è qualsiasi altro dirigente del Partito democratico. Se non si lavora unitariamente è chiaro che si rischia di andare a sbattere. Tutti. Noi crediamo che chiunque abbia amministrato, sia importante. Oggi siamo senza dubbio più forti e più uniti”.

Insomma, l’epoca dei litigi è finita?

“Anche su questo, non bisogna mai esagerare nelle valutazioni. Il partito dove ognuno marciava contro l’altro armato non c’è più. Stiamo facendo sforzi enormi per tenere assieme tutte le anime di un partito plurale. Stiamo lavorando alla campagna elettorale per le Regionali, con una lista forte e che possa dar una contributo importante alla vittoria del centrosinistra siciliano”.

E lei ci sarà?

“Potrei esserci, diciamo”. 


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