Catania, lo sfregiano al volto: pene esemplari per i due imputati

Catania, lo sfregiano al volto: pene esemplari per i due imputati

La sentenza è stata emessa dalla terza sezione penale del Tribunale collegiale
AVREBBERO AGITO PER RITORSIONE
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CASTEL DI IUDICA (CATANIA) – Un’aggressione brutale, una ferita di 18 centimetri al volto che ha lasciato alla vittima una cicatrice permanente. Per questo due uomini di Castel di Iudica, Giuseppe Di Bella di 45 anni e Filippo Di Bella di 37, entrambi incensurati, sono stati condannati in primo grado, rispettivamente, a 8 e 6 anni di reclusione. 

La sentenza è stata emessa dalla terza sezione penale del Tribunale collegiale di Catania, presieduto dalla dottoressa Rosa Alba Maria Enza Recupido, giudici a latere Elena Maria Teresa Calamita e Concetta Zimmiti. Condanne pesantissime, così come le pene accessorie. Giuseppe prende, come detto, otto anni e Filippo sei. 

Entrambi sono stati condannati anche al risarcimento dei danni alla parte civile, che è assistita dall’avvocato Alfio Pennisi, e alla refusione delle spese di costituzione in giudizio. Per entrambi è stata disposta la interdizione dai pubblici uffici e la perdita della potestà genitoriale. 

La ricostruzione dei fatti

I giudici si sono riservati novanta giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza, poi inizieranno a decorrere i termini per il ricorso in appello della difesa degli imputati.
I fatti risalgono al novembre del 2012. Dopo aver appreso che la vittima, G.M., aveva ottenuto una piccola fornitura di paglia da un agricoltore che in passato l’aveva sempre fornita a loro.

Un diverbio al telefono, poi l’invito per un chiarimento. Secondo la tesi della vittima, non appena giunto in campagna dei due, sarebbe stato attaccato da Filippo. Avrebbe reagito difendendosi ma in quel momento sarebbe sopraggiunto Giuseppe, che lo avrebbe accoltellato ferendolo dal collo fin quasi all’inizio dell’orecchio.

Il reato è stato rubricato sin da subito come lesioni personali gravissime, punite dai 6 ai 12 anni di reclusione. Se l’episodio fosse più recente, sarebbe rientrato nella nuova fattispecie di reato dello sfregio permanente, che prevede pene più alte. Per il principio del “favor rei” tuttavia si applica la normativa più favorevole agli imputati. 

Va ricordato che per la sua reazione, anche G.M., in quelle fasi concitate, fu denunciato da Giuseppe Di Bella, che riportò delle lesioni, ma il processo a suo carico si è concluso con l’assoluzione piena. Per il giudice monocratico, dinanzi a cui si procedeva con l’accusa di lesioni semplice, la sua fu legittima difesa. Attualmente pende l’appello. 

Per il minore dei due imputati, il pm aveva chiesto l’assoluzione.  


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