Lo Stabile ricorda i 100 anni di Pippo Fava: "Sono uomo di teatro"

Catania, lo Stabile ricorda i 100 anni di Pippo Fava: “Sono uomo di teatro”

Una mostra per il giornalista e scrittore ucciso dalla Mafia

CATANIA – “Sono un uomo di teatro”, è la mostra organizzata dal Teatro Stabile di Catania in ricordo di Giuseppe Fava per il centenario dalla nascita del giornalista e scrittore ucciso dalla mafia il 5 gennaio del 1984.

L’iniziativa, che ha il patrocinio della presidenza dell’Ars ed è realizzata in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Fava ed è curata da Pierlorenzo Randazzo, e sarà inaugurata il16 aprile alle 19.30 al Ridotto della Sala Verga.

La mostra sarà visitabile fino al 29 aprile. Saranno esposti documenti originali che riguardano il suo rapporto con lo Stabile: locandine, copioni, foto di scena, bozzetti, quadri e disegni, custoditi nell’archivio di Giuseppe Fava e in quello del teatro.

Si ripercorrerà, dunque, attraverso immagini fotografiche, video interviste e pannelli didattici e divulgativi, l’intenso rapporto artistico che Fava ebbe con i registi e gli attori della compagnia dello Stabile guidata da Turi Ferro.

“Il teatro – afferma la presidente Rita Gari Cinquegrana – è stato uno dei mezzi con cui Fava ha investigato, cercato di capire gli intrecci, le dinamiche complesse, le contraddizioni della, non sempre facile, realtà siciliana. Un potente strumento di denuncia contro mafia, corruzione, ingiustizie. Un teatro, il suo, che ha avuto come intento quello di commuovere, emozionare, divertire anche, ma soprattutto far riflettere”.

Il direttore Graziano Piazza ricorda Fava come “un giornalista coraggioso e un autentico uomo di Teatro, il cui straordinario contributo, attraverso i suoi testi, ha arricchito enormemente lo Stabile”.

“Quadri e disegni per Giuseppe Fava – ricorda il figlio Claudio – sono stati un altro strumento di racconto. Un racconto umano che andava al cuore e nell’anima delle persone, esattamente come il suo teatro. È sicuramente una bella iniziativa quella dello Stabile di Catania per ricordare Giuseppe Fava a 100 anni dalla sua nascita raccontando il modo in cui gli esseri umani, i loro volti, i loro sguardi, le miserie, le allegrie, di stupori non erano soltanto sue parole, nella sua scrittura, ma anche in un tratto di penna con il quale ci ha lasciato questa straordinaria carrellata di volti e di uomini”.

Per Giuseppe Andreozzi, responsabile dell’archivio di Giuseppe Fava, il giornalista è stato “un intellettuale a tutto tondo,forse il maggiore tra quelli della seconda metà del secolo scorso” e, sostiene, se “questa visione, a cento anni dalla nascita, non esistesse ancora in alcuno vorrebbe dire che non lo si è letto nella sua interezza, se lo si è letto non lo si è fatto con la dovuta attenzione e probabilmente non è stato compreso”.


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