Con Pippo Baudo, scomparso sabato 16 agosto a Roma all’età di 89 anni, se ne va non soltanto un gigante della televisione, ma anche il simbolo di un legame profondo e mai reciso con la sua terra d’origine: la Sicilia.
Nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, il re dei presentatori non ha mai smesso di ricordare con fierezza le proprie radici, portandole con sé in ogni tappa della sua carriera, dalla Rai degli anni Sessanta fino agli ultimi interventi pubblici.
La Sicilia è stata più di un luogo d’infanzia: è rimasta l’anima di un uomo che, pur avendo spostato altrove la sua residenza, ha sempre saputo raccontare con accento, gesti e sensibilità il carattere della sua isola. Nei suoi programmi, nelle interviste, nei discorsi pubblici, tornava spesso la nostalgia per quella terra di contrasti, bellezza e autenticità. Un legame che non ha mai nascosto ma che ha reso parte integrante della sua identità artistica e personale.
Pippo Baudo e il rapporto con gli artisti siciliani
La carriera di Pippo Baudo si è spesso intrecciata con quella di altri grandi nomi della scena siciliana, a conferma di un filo comune che ha unito diverse generazioni di artisti. Negli anni Sessanta e Settanta, il Pippo nazionale fu protagonista di una televisione che ospitava regolarmente Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, il duo palermitano che conquistò il pubblico con una comicità popolare e irresistibile. Il conduttore siculo ne riconobbe subito il talento e la capacità di parlare a tutti, qualità che lui stesso condivideva.
Negli anni successivi, il suo rapporto con Fiorello diventò il simbolo del passaggio di testimone tra epoche televisive differenti. Tra loro nacque un legame di stima e amicizia, fatto di apparizioni comuni e di parole di incoraggiamento che lo stesso showman non ha mai dimenticato.
Altrettanto significativo fu l’incontro con Nino Frassica, altra voce inconfondibile della comicità siciliana. Con il suo stile surreale e il linguaggio particolare, l’artista messinese trovò in Pippo Baudo un conduttore capace di valorizzarne la genialità. Non mancarono negli anni le collaborazioni e gli spazi televisivi in cui i due diedero vita a momenti rimasti impressi nella memoria del pubblico.
Accanto a loro, tanti altri artisti siciliani hanno incrociato la strada di Pippo Baudo, trovando in lui un interlocutore attento, un padrone di casa pronto a valorizzare il talento della sua terra. Non era solo una questione di regionalismo o di appartenenza, ma di sincero orgoglio. Il conduttore amava raccontare la Sicilia attraverso i suoi interpreti, contribuendo a portare la voce dell’isola nel cuore della televisione nazionale.
Antenna Sicilia e il Teatro Stabile
Pippo Baudo va considerato anche un pioniere della tv locale. Con le sue trasmissioni incentrate su cultura e musica popolare, tra cui il Festival della nuova canzone siciliana, contribuì alla nascita e alla crescita di Antenna Sicilia. Fu lui a condurre nel 1979 il Galà di inaugurazione dell’emittente catanese.
Pippo Baudo mise il suo bagaglio umano e professionale al servizio della sua terra anche quando assunse la presidenza e la direzione artistica del Teatro Stabile di Catania. Negli anni ’90 condusse programmi dal Teatro Antico di Taormina portando in prima serata la bellezza della sua terra.
Pippo Baudo, le nozze in Sicilia con Katia Ricciarelli
Anche quando era all’apice del successo, Pippo Baudo scelse di tornare in Sicilia per celebrare i momenti più importanti della sua vita. Tra tutti, le nozze con la cantante lirica Katia Ricciarelli. Il sì fu pronunciato il 18 gennaio 1986 nel municipio di Militello in Val di Catania. Ad officiare la cerimonia fu il sindaco dell’epoca Vincenzo Oliva. Lei era nubile, lui aveva già un matrimonio alle spalle.
La foto delle due celebrities italiane che tagliano la torta nuziale nel sontuoso Santa Tecla Palace di Acireale finì su tutti i giornali. In quei giorni, tra giornalisti, fotografi e curiosi, il paese natale del presentatore divenne l’ombelico del mondo.
Le ultime volontà del conduttore
Il legame di Pippo Baudo con Militello in Val di Catania trova adesso il suo compimento nel ritorno definitivo. Nonostante vivesse a Roma da molti anni, il funerale del conduttore non si svolgerà alla Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo.
Per sua espressa volontà, le esequie saranno celebrate nel Santuario della Madonna della Stella, nel suo paese natale. Quello stesso paese che gli dedicò una via nel centro storico e che, per una curiosa coincidenza del destino, lo scorso aprile vinse l’edizione 2025 del concorso “Il Borgo dei Borghi” indetto nell’ambito della trasmissione di Rai3 “Kilimangiaro”.
Pippo Baudo sarà sepolto nella sua Sicilia. Una scelta che chiude il cerchio di un’esistenza spesa sotto i riflettori ma radicata nella memoria e nella cultura di un’isola che gli ha dato i natali. È un ritorno che sa di casa e di fedeltà alle proprie origini.
Nelle parole di amici, colleghi e ammiratori si ritrova la stessa immagine: quella di un uomo che, pur essendo diventato un’icona nazional-popolare, non ha mai smesso di essere siciliano. E la Sicilia, oggi, restituisce il tributo ad uno dei suoi figli più illustri preparandosi ad avvolgerlo in un abbraccio che sa di eterno.
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