Catania, la bustarella per ingraziarsi il primario - Live Sicilia

Sanità, il sistema: la tangente per “ingraziarsi” il primario

A casa di Carmelo Mignosa sono state trovate altre buste di denaro. Il medico ha fatto un nome preciso.
L'INCHIESTA SI ALLARGA
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CATANIA  – La mazzetta non sarebbe stata funzionale “al compimento di uno specifico atto” ma sarebbe servita per ‘ingraziarsi” Carmelo Mignosa “nell’esercizio delle sue funzioni e dei suoi poteri”. Per la gip che ha convalidato l’arresto nei confronti del primario di Cardiochirurgia del Policlinico di Catania e Valerio Fabiano il rappresentante di prodotti medicali dell’Aretè di Trecastagni non ci sarebbe stato dunque un accordo preventivo tra i due indagati. Insomma Fabiano gioca d’anticipo e cerca di ‘blindare’ le gare future con una lauta mancia. La giudice però “ritiene necessario approfondire la dimestichezza mostrata” nella consegna della mazzetta. Nelle carte dell’inchiesta della Guardia di Finanza è descritto un sistema illecito nella sanità siciliana fin troppo rodato: la tangentopoli dei camici bianchi.

Le intercettazioni

I due sono stati ‘incastrati” dalle telecamere e dalle cimici della Guardia di Finanza installate proprio nell’ufficio del noto cardiochirurgo al Policlinico dove i due si sono incontrati lo scorso 9 agosto, giorno in cui sono scattate le manette. “Vado in bagno…o usciamo?”, chiede Fabiano a Mignosa. Il primario in un primo momento resta un po’ basito: “Ah! Ah no, non l’avevo capito, scusa non avevo…”. “Sopra l’armadietto”, dice il rappresentante al medico. Che in quel momento accetta: “Va bene… va bene, ok”. Dai filmati diffusi dalla Guardia di Finanza si nota che prima della richiesta di usare la toilette privata del direttore dell’Unità operativa Fabiano si tocca l’occhio e indica con movimento circolare la stanza: per gli investigatori un segnale per capire se c’era il rischio di “essere visti”. Mignosa, completamente ignaro di essere sotto intercettazione, risponde (gesticolando) che non c’è alcun rischio. Quello che accade dopo è ormai storia recente di cronaca. Fabiano entra in bagno con lo “zaino chiuso” ma quando esce è stranamente “aperto”. Poi dall’occhio del grande fratello investigativo esce Mignosa che scompare dietro la porta del bagno e viene fuori con in mano la busta incriminata con all’interno trentasei banconote di 50 euro e dieci banconote da 20 euro, per un totale di 2 mila euro.

Le bustarelle e mister X

I finanzieri aspettano che il primario termina una delicata operazione chirurgica e fanno scattare la perquisizione nell’ufficio dove prelevano all’interno dello zaino Montblanc nero “il corpo del reato”. In contemporanea i militari ispezionano la casa di Fabiano. Poi gli investigatori vanno nell’appartamento del cardiochirurgo dove trovano all’interno di una tasca di una giacca da neve altre buste. Con le spalle al muro Mignosa ne consegna nelle mani dei finanzieri spontaneamente altre due. Il totale è oltre 21 mila euro. Il camice bianco al pm Fabio Regolo durante l’interrogatorio fa il nome anche di un altro imprenditore nell’arco di diversi mesi gli avrebbe consegnato il denaro incriminato. Ed è sicuramente su questo aspetto che si concentrerà il prossimo interrogatorio di Carmelo Mignosa. Sarà accompagnato dai difensori, gli avvocati Salvatore Trombetta ed Emanuele Costanzo, che restano in silenzio “per rispetto della magistratura e delle indagini che sono in una fase embrionale”.

L’inchiesta

L’inchiesta in realtà è cominciata già diversi mesi fa. Nello stesso ufficio dove c’è stata la consegna della mazzetta di Fabiano al primario sono stati ‘immortalati’ altri incontri. “Entra mpare”, “Salutami papà”. Tra i due sembra esserci un rapporto molto confidenziale: ma come hanno detto negli interrogatori non ci sarebbe stato alcun ‘accordo preventivo’. I duemila euro sarebbero serviti ad assicurarsi altre forniture anche nel passato. In primis un bando che sarebbe partito a settembre. Sulla gara d’appalto non ancora conclusa, del valore di 17 milioni di euro per la fornitura di materiale specialistico di Cardiochirurgia, al centro dell’inchiesta però ci sarebbero stati dei contatti ‘non certo leciti’ tra l’imprenditore arrestato e il primario. Nelle mani dei finanzieri c’è anche una mail inviato da Fabiano a Rocco Meduri (vice di Mignosa) con tutto l’elenco dei partecipanti alla gara. “Non rientra affatto nel regolare svolgimento di una gara che uno dei partecipanti segnali alla stazione appaltante i suoi diretti concorrenti”, scrive la giudice. 


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