CATANIA. Gay Pride: la città si tinge dei colori dell’arcobaleno. Dal Borgo a Piazza Teatro Massimo, un serpentone colorato attraversa le vie del centro. “Divertitevi e siate liberi”, grida il Presidente di Arcigay Catania, Alessando Motta. Lo striscione che apre il corteo è inequivocabile: “Liberi di amare, liberi di essere”. Dietro ci sono migliaia di persone che portano per le strade di Catania “la loro fierezza”. Striscioni colorati, bandiere arcobaleno, palloncini e musica scandiscono le ore gioiose della comunità glbt e dei catanesi che lottano al loro fianco. Ci sono i militanti di Arcigay, Queer as Unict, Pegaso, Stonewall, le associazioni femministe, i partiti della sinistra, Catania Bene Comune, la Cgil e l’amministrazione comunale. Il sindaco Bianco sale su uno dei carri e si rivolge ai manifestanti. “C’è una bella atmosfera questa sera, un corteo popolato da migliaia di persone che testimoniano con gioia la loro passione civile”.
Il primo cittadino rivendica il registro delle unioni civile e ricorda la prima unione tra due donne celebrata pochi giorni fa. “Voglio esprimere il mio augurio, spero che passo dopo passo nel paese si arrivi al riconoscimento delle coppie di persone dello stesso sesso che vogliono stare insieme e formare una famiglia”, dice Bianco. Un augurio che parte da Catania. Una città dove si organizzano i pride dal lontano 1993 grazie a una delle comunità “più militanti d’Italia” (come ama dire con orgoglio Alessandro Motta). Anche quest’anno la risposta dei catanesi c’è stata: il corteo è cresciuto di ora in ora. Provocatorio, gioioso e ironico: pronto a sfidare qualunque critica. Il lungo serpentone prosegue alla volta di Piazza Teatro Massimo dopo avere scritto una bella pagina di impegno politico.