Pronto soccorso sotto organico: Giarre la punta dell'iceberg

Pronto soccorso sotto organico: Giarre la punta dell’iceberg

Il caso scoppiato nel Comune ionico rappresenta una situazione diffusa in tutta la provincia.

CATANIA – Medicina di emergenza urgenza sotto organico in provincia. Eccezion fatta dei presidi ospedalieri cittadini e dell’ospedale di Acireale, che sono a pieno organico, i pronto soccorso nel Catanese soffrono di scopertura nella pianta organica. Accade a Bronte, Paternò, Biancavilla. A Militello, ad esempio, non ci sono titolari. Il Pronto soccorso funziona con i medici dell’emergenza territoriale. A Caltagirone, su 24 posti, ci sono solo 6 titolari e i turni sono coperti sempre con personale proveniente dai reparti. “La carenza di organico nell’area di urgenza è un problema nazionale – affermano dall’Asp di Catania. C’è l’80% dei posti scoperti nei pronto soccorso”. Tra le soluzioni ipotizzate, non solo i concorsi, ma anche aprire le scuole di specializzazione ed, eventualmente, utilizzare gli specializzandi non solo nei policlinici universitari.

Il caso Giarre

A tenere banco, negli ultimi giorni, è il caso Giarre: la denuncia del Comitato civico ha scatenato la polemica sulla struttura di emergenza di freschissima inaugurazione. Il Comitato, che ha battagliato a lungo per la riapertura del presidio sanitario, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica. “Il personale è sotto organico e in concomitanza con l’apertura del pronto soccorso si è registrata la pressoché totale sospensione dei servizi ambulatoriali nelle discipline di cardiologia, chirurgia e ortopedia, poiché i medici sono stati impiegati a coprire i turni del Ps. Implicando – prosegue – l’annullamento o lo spostamento presso altre sedi di interventi e visite già da tempo programmati, con evidenti disagi per l’utenza” – si legge in un comunicato dove si fa riferimento anche alle convenzioni stipulate per sopperire alla mancanza di personale.

Asp annuncia querela

Accuse per le quali “La Direzione Strategica dell’Asp di Catania ha già provveduto a conferire un ampio mandato legale per tutelare l’immagine dell’Azienda e la reputazione dei suoi dipendenti”, si legge in una nota nella quale si parla di “accuse, gravissime, infondate e infamanti” relativamente a quelle contenute nel Comunicato stampa diffuso dal Comitato cittadino “Rivogliamo l’Ospedale” di Giarre, e pubblicato anche sui suoi canali social. “Oltre a una serie di inesattezze e imprecisioni, – si legge ancora – per le quali gli autori del Comunicato e i rappresentanti del Comitato risponderanno agli Organi competenti, nel testo, in merito alla riapertura del Pronto Soccorso, viene affermato, con espressioni equivoche e gravi, che si sia rivelata «un “tarocco”». Tali accuse procurano un grave allarme sociale”.

Le rassicurazioni del direttore

Sulla carenza di organico e sulle soluzione attuate, nello specifico, interviene il direttore medico dell’ospedale di Giarre. “Conosciamo tutti la carenza cronica di personale con la quale ci stiamo misurando – sottolinea il dottor Giuseppe Mirone. È indiscutibile che l’apertura del Pronto Soccorso garantisca maggiori servizi all’utenza. In questa fase stiamo facendo fronte alle esigenze organizzative con risorse interne e con personale in convenzione da altre aziende. Voglio ringraziare i colleghi che con spirito di servizio e senso di responsabilità stanno garantendo la funzionalità del PS”.

“Fase di riorganizzazione”

Mirone garantisce l’efficienza delle prestazioni sanitarie, sottolineando come quelle ambulatoriali siano garantite anche dai presidi sanitari territoriali. “Per quanto riguarda i servizi ambulatoriali dell’Ospedale – dice – voglio sottolineare che siamo in una fase transitoria e di riorganizzazione, ma senza con ciò che sia compromessa l’assistenza all’utenza. Ad esempio, per quanto riguarda la Cardiologia, la guardia attiva h24, che garantisce ulteriori condizioni di sicurezza per l’attività clinica dei reparti e del PS, è possibile grazie alla temporanea riorganizzazione della presenza del personale interno nei turni di mattina e pomeriggio, da lunedì a sabato. Lo ribadisco – continua – siamo in una fase transitoria e di riorganizzazione complessiva. Per gli ambulatori che in atto sono momentaneamente sospesi, mi corre inoltre l’obbligo di ricordare che l’assistenza ai cittadini è garantita anche attraverso la rete ambulatoriale territoriale. Quella alla quale stiamo assistendo – conclude – è una polemica del tutto infondata”.

Le risposte della politica

Restano i numeri, freddi, che mostrano una situazione non certo semplice, in cui manca il personale per la medicina di urgenza e di emergenza, e in cui i medici fanno turni molto lunghi, anche di 12 o 14 ore. Uno spirito di abnegazione, di cui parla anche Mirone, su cui il sistema sanitario non pò reggere ancora a lungo. Spetterà alla politica trovare le risposte, riorganizzando e agendo per migliorare la situazione. Non mutando nulla, il pallottoliere darà sempre lo stesso risultato.


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