Il diritto alla salute non è, oggi, fra i diritti che la Regione Siciliana riesce a garantire. Cinque anni di governo presieduto da Nello Musumeci, consegnano una sanità che è letteralmente a pezzi. Chi ha retto le sorti della Regione nell’ultima legislatura non è riuscito a risolvere i problemi annosi che affliggevano il comparto, ulteriormente acuiti dalla pandemia da Covid 19.
Il diritto alla salute non è garantito, nonostante in Sicilia operi personale qualificato nei diversi ambiti della sanità: medico, infermieristico, della riabilitazione, tecnico, amministrativo. Le “malattie” della sanità siciliana nel 2022 sono le lunghe liste d’attesa, i disservizi e le attese che si registrano nei pronto soccorso dove, proprio a causa di questi, a volte innescano forti tensioni che non contribuiscono alla serenità di chi lavora; la carenza di medici e di personale nei vari comparti, aggravata dal numero chiuso ai corsi di laurea che deve essere abolito.
Ed ancora la pessima organizzazione del 118, che richiede un forte potenziamento per assicurare interventi tempestivi nel territorio del Servizio Urgenza Emergenza Sanitaria nel quale gli operatori sono costretti a fronteggiare innumerevoli criticità. A ciò si somma una crescente richiesta di servizi da parte del cittadino, dato il crescente tasso di invecchiamento della popolazione.
E che dire delle patologie mentali, in netto aumento soprattutto tra i minori, dopo la pandemia da covid 19? Molte famiglie in Sicilia sono lasciate sole.
Prima della pandemia l’OMS e i servizi ministeriali preposti indicavano che 200 bambini su 1000 avevano un disturbo neuropsichico e solo 60 su 200 riuscivano ad avere servizi territoriali di NPIA (Neuropischiatra infantile e dell’adolescenza). Solo 30 su 200 avevano una risposta terapeutico riabilitativa appropriata, 7 su 100 si recavano in pronto soccorso per disturbo psichiatrico e 5 su 1000 venivano ricoverati per disturbo neurologico o psichiatrico. Di questi solo 1 su 5 veniva ricoverato in reparto dedicato di NPIA, 4 su 5 in Pediatria o in Servizo Psichiatrico Diagnosi e Cura per adulti.
La pandemia ha causato incremento di circa il 25% di queste patologie. La richiesta di ricoveri è aumentata del 45%, a fronte di nessun aumento di posti letto che sono soltanto 30 in Sicilia, quando lo standard ritenuto ottimale sarebbe di almeno il doppio. La rete territoriale per la presa in carico, diagnosi precoce e trattamento, inserimento scolastico disabili, supporto ai Tribunali dei Minori, programmazione dei Piani di Riabilitativo, prevederebbe almeno 1 medico NPIA ogni 5000 abitanti di fascia di età 0-18 (ottimale ogni 2.500) con determinazione anche di un minimo tendenziale per psicologi (1 ogni 6000), pedagogisti, terapisti, assistenti sociali, personale tecnico ed infermieristico, come elaborato dal tavolo tecnico NPIA,
istituito dallo stesso assessorato regionale, ma mai fornito ai DG per la allocazione di risorse umane e servizi.
La mancata realizzazione di centri semiresidenziali e residenziali, come da protocollo firmato anche da Sicilia in Conferenza Stato Regioni già nel 2013, non fa altro che alimentare la cronicità che si riverserà sui servizi dei DSM (dipartimento salute mentale), anche essi penalizzati dagli atti aziendali, con numeri di posti letto sempre al di sotto del minimo di legge e dotazioni organiche territoriali insufficienti.
Per affrontare le già citate criticità occorrerà, dunque, ripartire dagli 800 milioni stanziati dal PNRR per la sanità siciliana. Il primo passo dovrà essere rivolto alle assunzioni di medici e di tutte le figure necessarie a far funzionare il sistema sanità, diversamente le cosiddette case della comunità, ospedali di comunità, centri operativi territoriali, resteranno una magnifica idea di come potenziare il territorio ma nei fatti sarà un totale fallimento. Pertanto i concorsi diverranno prioritari, così come la modifica alla legge n. 5 del 2009 risulta essere un’ esigenza, affinché possa essere adattata alla nuove condizioni territoriali. Per tali ragioni potenziare l’assistenza territoriale e avvicinare la sanità ai bisogni dei cittadini è indispensabile.
Il PNRR ha già finanziato e definito tutto: l’investimento sulle apparecchiature ad alto contenuto tecnologico e sulla digitalizzazione per conseguire una sanità moderna e al passo con la tecnologia, l’ammodernamento delle strutture mediante la progettazione, la ristrutturazione e l’adeguamento delle stesse. Occorre avviare immediatamente tutte i progetti e le risorse per non restare indietro rispetto alle altre regioni d’Italia e per non perdere questa grande opportunità che ci deriva dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Angelo Villari – candidato all’Assemblea Regionale Siciliana nella lista “Sicilia Vera”