Niente applausi, ma tanta gente: Carrozza senza politica - Live Sicilia

Niente applausi, ma tanta gente: Carrozza senza politica

La prova dell'applausometro è finita miseramente per tutti i politici presenti alla chiesa di San Biagio: battiti di mani riservati ai pompieri.
SANT'AGATA 2023
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CATANIA – Di politici, nel cortile di Palazzo degli elefanti, quasi non se ne sono visti. Quando, poco dopo le 11.30, la Carrozza del Senato si è mossa da piazza Duomo per attraversare un pezzo di via Etnea e arrivare in piazza Stesicoro, la folla è rimasta a osservarla, coi cellulari in mano per riprendere ogni momento. Ma senza applaudire. E anche di fronte alla chiesa, dove invece di politici ce n’erano più d’uno, di battiti di mani quasi neanche l’ombra. Perché le celebrazioni per Sant’Agata sono sempre la fotografia migliore che Catania possa offrire di sé e del suo stato di salute. Dopo due anni di festeggiamenti sottotono a causa della pandemia, i cittadini sono scesi in strada a fiumi già per gli appuntamenti della mattina del 3 febbraio. Con un entusiasmo riservato più alla ripresa dei festeggiamenti che alle vicende del municipio.

Prima a salire sulla Carrozza del Senato, la segretaria generale Rossana Manno. Dopo la decisione presa dall’ex commissario straordinario Federico Portoghese di cercare qualcuno che la sostituisse, la posizione di Manno adesso sembra non essere più in discussione. Piero Mattei, nuovo commissario nominato dalla Regione, pare non abbia intenzione di continuare sulla strada intrapresa da Portoghese. Anche perché il conto alla rovescia per le prossime elezioni amministrative, fissate per il 28 e 29 maggio 2023, è cominciato ed è già piuttosto avanti. “I tempi sono molto limitati – dice Mattei prima di salire sulla Carrozza – Tre mesi non sono tanti. Già a metà di aprile si partirà con il servizio elettorale, che è quello che impegnerà, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, molto del personale comunale”.

“Questo non significa che gli altri problemi verranno abbandonati – sottolinea il commissario – Bisognerà capire come affrontarli con i dirigenti, che in questo momento sono come i miei assessori“. Ai quali, a differenza di quanto deciso da Portoghese nei suoi ultimi giorni a Palazzo degli elefanti, non sarà impedito di parlare con la stampa. L’indirizzo sembra, insomma, quello di una gestione commissariale pura. Che non dia spazio alle voci di corridoio che, nel caso di predecessore di Mattei, lamentavano una gestione per certi versi più simile a quella di un politico che di un tecnico.

A vigilare su quest’aspetto, come fatto in passato, sarà la terza carica salita sulla Carrozza: il presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi, elegantissimo e visibilmente emozionato. È stato lui, in più di una circostanza, a sottolineare l’importanza del senato cittadino, specialmente in una fase come questa, in cui rappresenta l’unico organismo democraticamente eletto. Nel cortile del Palazzo, i soli consiglieri comunali visti apparire sono Luca Sangiorgio, capogruppo di Una scelta d’amore per Catania, Giovanni Petralia di Forza Italia e Carmelo Nicotra di Fratelli d’Italia. La maggior parte degli altri eletti erano all’esterno, schierati sulla scalinata della chiesa di San Biagio, all’omaggio floreale in piazza Stesicoro. Ma anche lì di applausi pochi, tranne che per i vigili del fuoco. La prova del cosiddetto “applausometro”, secondo il quale dall’intensità degli applausi dei cittadini si coglie l’apprezzamento per uno o un altro politico, è stata impietosa.

Niente per il vicepresidente della Regione Luca Sammartino e per la deputata nazionale Valeria Sudano, alfieri di Prima l’Italia in Sicilia e campioni di preferenze, o per il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno, per l’ex sottosegretario del Movimento 5 stelle Giancarlo Cancelleri in attesa accanto al consigliere comunale e candidato sindaco Lanfranco Zappalà. Nessun moto d’affetto dei cittadini nemmeno per l’ex sindaco, e aspirante candidato, Enzo Bianco. Un flop per chiunque si aspettasse pubbliche investiture dal calore dei catanesi. E forse anche un segnale da cogliere per l’ormai imminente campagna elettorale.


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