CATANIA – Sono le piazze di spaccio, con la relativa gestione e occupazione, il filo d’Arianna che conduce all’escalation delle sparatorie. In una Catania che si ritrova a vivere un incubo che alimenta le notti di questa fine estate. Ne scrivevamo già ieri: ‘Colpi di pistola ai danni di attività commerciali, case o in strada come avvertimenti o segnali e che sembrano chiamare in causa rapporti tesi e affari legati soprattutto alla droga’.
Armi e avvertimenti
Un concetto che si va rafforzando ora dopo ora alla luce delle indagini, animatamente in corso, delle Forze dell’Ordine. Gruppi criminali legati ai clan della mafia che agirebbero come in una sfida a dimostrare chi ha più forza. Avvertimenti che maturano nella consapevolezza che le armi in dotazione sono tante. E che il controllo di intere aree e quartieri diventa un passaggio essenziale per potere operare lo spaccio della droga senza ostacoli.
Un caffè-tabacchi di via XXXI Maggio e una panineria dalle parti di via Fossa Creta. Sono state solo le ultime attività crivellate di colpi d’arma da fuoco nelle ultime ore. Una recrudescenza criminale che allarma città e cittadini. E che ingrassa quella strategia della tensione sulla quale fanno leva le bande che fronteggiano per la gestione del narcotraffico. Di mira vengono presi quegli esercizi commerciali riconducibili a parenti o fedelissimi di un gruppo antagonista. Ma a volte va bene anche una serie di pistolettate in aria.
La risposta dello Stato
A Catania, quartiere per quartiere, è scattata intanto l’azione d’intervento di carabinieri, polizia e finanza. Indagine sui singoli episodi a parte, c’è il coordinamento della prefettura ed il tentativo di scoraggiare un’azione intimidatoria che in questi giorni si è imposta con ferocia.
Una risposta dello Stato chiamata a stoppare un fenomeno di violenza inatteso e a individuare i responsabili. A fronte di una condizione di impotenza che, inevitabilmente, ha colto di sorpresa la stessa città.

