10 Luglio 2015, 06:45
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CATANIA. Dall’ingresso nel Pd ad oggi, di acqua sotto i ponti tutto sommato ne è già passata a fiumi. Articolo 4, di fatto, non esiste più: ma la recente tornata amministrativa, nonostante si votasse solo in sei comuni della provincia, qualche strascico lo ha lasciato. Ed il colloquio con il deputato regionale, Luca Sammartino, parte da qui. Anzi, non solo da qui.
Onorevole, com’è stato l’ingresso nel Pd?
“Mi verrebbe da dire, una passeggiata di salute. A parte le facili battute si è trattato di un percorso politico costruito insieme nel tempo con i segretari nazionale e regionale del Pd. Un percorso che ci ha portato dentro un grande partito che fa del confronto la base su cui costruire ogni scelta. Il Pd di oggi è certamente la casa dei moderati e dei riformisti dentro la quale siamo e ci ritroviamo perfettamente”.
C’è chi, come l’onorevole Burtone, ha proposto subito tesseramento e congresso..
“Ed ha ragione. Proprio perché siamo dentro un grande partito, democratico e riformista, il percorso deve essere proprio questo. Subito tesseramento e congresso in modo da definire gli assetti del nuovo partito allargato che oggi è diverso da ieri in base alle scelte operate su un modello di allargamento voluto da Guerini e Raciti”.
Ci spiega il “caso Tremestieri” dove alle ultime amministrative Pd e Articolo 4 sono andati per strade diverse?
“Non mi risulta che Pd e Articolo 4 abbiano presentato liste a Tremestieri. Sono, però contento che abbia vinto un grande progetto civico. In tutti gli altri comuni abbiamo vinto tutti insieme. Anche in questo caso si è trattato di un percorso politico costruito insieme nel tempo con i vertici del Pd”.
Che accade da qui a breve alla Regione: lo spettro delle elezioni imminenti è davvero così vicino?
“Il modello Crocetta si è dimostrato essere certamente fallimentare. Questo l’ho detto altre volte e lo ripeto. Occorre superare questa esperienza. Io penso che il Pd dovrebbe assumersi la responsabilità di guidare il percorso verso le elezioni anticipate. Ma queste sono scelte che spettano all’assemblea del partito e saranno fatte nelle giuste sedi democratiche”.
Su Catania che prospettiva prevede in ambito politico?
“Catania vive un periodo di grande vuoto politico. Sono venuti meno tutti gli equilibri politici del passato. Siamo, adesso, in un momento di transizione”.
Come giudica l’amministrazione di Enzo Bianco?
“Non sono certo io a dove giudicare l’operato di Enzo Bianco, e poi è forse presto per tirare un bilancio. Posso solo dire che mi auguro che la città possa rivivere gli anni della primavera, quelli della precedente amministrazione Bianco, di cui ho tanto ben sentito parlare”.
Ed, invece, il ruolo dell’opposizione?
“Beh c’è chi ha vinto le elezioni e chi le ha perse, e i ruoli devono essere ben definiti, i compiti separati. L’opposizione catanese è stata moderata e responsabile ma con qualche eccesso di troppo. Mi dispiace, piuttosto, assistere a una strana commistione. Insomma vedere troppo spesso pezzi di maggioranza che fanno l’opposizione”.
La scomparsa di Lino Leanza: ci racconta il suo rapporto con il Leanza uomo e politico?
“Il mio rapporto con Lino Leanza, da un punto di vista umano, è stato di vera e profonda amicizia. La nostra esperienza politica ci ha permesso di crescere insieme. Il percorso comune si era interrotto solo da un punto di vista politico quando le nostre scelte ci hanno portato a proseguire sulla strada verso il Pd”.
Ci dice due o tre cose dalle quali Catania e la Sicilia devono necessariamente ripartire?
“Tanto a Catania quanto alla Sicilia serve uno snellimento sostanziale delle procedure burocratiche, servono strategie a breve e medio termine per le lo sviluppo delle attività produttive e un sistema in grado di mettere in rete Beni culturali e Turismo. Catania, poi, deve recuperare la propria vocazione territoriale e tornare ad essere attrattiva per gli investimenti e gli insediamenti produttivi moderni”.
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10 Luglio 2015, 06:45