Veleni, offese, applausi: la brutta campagna elettorale

Veleni, offese, applausi: la brutta campagna elettorale

L'ultimo episodio conferma un pessimo clima.
CATENO DE LUCA E GLI ALTRI
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E’ una brutta campagna elettorale, gonfia di nervosismo e risentimenti, in cui i contenuti latitano, sia a livello nazionale che regionale, mentre le polemiche lastricano ogni angolo, non risparmiando niente e nessuno. Ma non sarà inutile ricordare alcune regole di convivenza.

Per esempio: se un giornalista scrive qualcosa che non piace a chicchessia, che è opinabile o che, al limite, in buonafede, non risponde a verità (può succedere, a prescindere dal noto caso di queste ore), esistono diverse strade per farsi valere, sempre nell’argine di una corretta comunicazione.

Ecco perché – tornando al caso concreto, nel rispetto di un principio generale – le parole di Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione, sono inaccettabili, come abbiamo scritto. E sbagliano i suoi aficionados che cercano di metterle tra parentesi, rivendicando il merito della vicenda, qualunque esso sia. Il punto è differente: chi si candida a rappresentare un popolo ha il dovere di mostrarsi con una veste di moderazione e di responsabilità. E tutti dovrebbero mantenersi nei limiti della continenza.

Siamo al cospetto di un’altra politica, da anni, ormai. Che cavalca il malcontento, che ha bisogno di un ‘nemico’ per affermarsi. Uno schema che capovolge il linguaggio, per cui il garbo diventa ipocrisia, l’umanità si trasforma in buonismo e l’educazione somiglia alla debolezza. Il segno dei tempi ci comunica una tremenda prospettiva: la rabbia è semplicemente genuina e, in quanto tale, quasi auspicabile.

E poi c’è l’altra politica, più tradizionale, più felpata, che, da sempre, ama i giornalisti solo quando, in piena libertà e in forza della cronaca o delle idee, scrivono pezzi ‘graditi’. Gli stessi cronisti che, all’improvviso, assumono sembianze involontariamente ostili, se cambiano registro.

Tuttavia, appunto, ecco i tempi che ci tocca attraversare. Le offese sono, spesso, un ributtante pedaggio della comunicazione social, la politica sa dare il peggio di sé. E chi applaude e sventola bandierine, in un clima di veleni, non è migliore dei cattivi esempi abbondantemente in circolazione. (Roberto Puglisi)


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