PALERMO – Sequestrata un’isola ecologica a Cefalù, nel Palermitano, dove la guardia di finanza, la polizia provinciale e il personale dell’Arpa hanno posto i sigilli all’area di contrada Caldura, che si trova nei pressi del centro abitato e di una scuola per l’infanzia: provvedimento scattato perché l’autorizzazione in possesso della società che gestisce i rifiuti era scaduta e nessuna istanza di rinnovo era stata presentata al dipartimento regionale Acqua e rifiuti. L’area sequestrata è di circa duemila metri quadrati, con all’interno i rifiuti, tra cui anche quelli di tipo pericoloso. “Segnalato il rappresentante legale della società denunciato alla procura della Repubblica di Termini Imerese anche il sindaco di Cefalù”, Rosario Lapunzina, osservano le fiamme gialle.
“Nessuna autorizzazione ambientale è richiesta dalla normativa per la gestione dei centri comunali di raccolta”. Lo sostiene il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, in merito all’inchiesta della guardia di finanza e della Procura di Termini Imerese. Lapunzina sostiene che l’obbligo dell’autorizzazione non esisteva più dal 2009 quando è stata prevista invece una “approvazione” a fini urbanistici da parte del Comune. Di conseguenza, osserva ancora il sindaco “non sussisteva sul gestore, e men che meno sul Comune, l’obbligo di richiedere il rinnovo dell’autorizzazione”. In questo caso era stata rilasciata prima della norma “che ha eliminato la necessità del regime autorizzatorio”. Per queste ragioni è stato già chiesto il dissequestro dell’area.
(ANSA).