Cenere, paesi etnei in ginocchio |Vertice a Santa Venerina - Live Sicilia

Cenere, paesi etnei in ginocchio |Vertice a Santa Venerina

Dopo la breve ma intensa eruzione avvenuta ieri pomeriggio, si fa la conta dei danni. I sindaci di Santa Venerina e Acireale vogliono adesso risposte dalla giunta regionale e chiedono lo stato di calamità. Questa mattina si è svolta una riunione operativa. L'eruzione minuto per minuto. Il video - Le foto

 

LA CONTA DEI DANNI
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La pioggia di sabbia vulcanica ha coperto le vie di molti comuni etnei

ETNA – Strade asfaltate da pietra lavica e aria irrespirabile, così si sono svegliati stamattina i comuni colpiti ieri pomeriggio dall’ennesima pioggia di sabbia vulcanica. Sono passati pochi giorni, forse troppo pochi, dall’ultima eruzione vulcanica che aveva messo in ginocchio i comuni etnei di Zafferana, Santa Venerina e le Frazioni di Acireale.

L’AGGIORNAMENTO: “L’Etna appartiene a tutti non soltanto per le sue bellezze naturali ma anche quando crea dei problemi, ormai ripetuti e costanti che hanno già messo in ginocchio le municipalità”. Lo affermano sindaci dei comuni di Santa Venerina, Acireale e Zafferana a conclusione di un incontro sull’emergenza cenere lavica caduta in numerosi paesi alle pendici dell’Etna dopo la non eruzione-lampo dell’anno. “Bisogna accelerare – sottolineano i tre primi cittadini, Enrico Pappalardo, Nino Garozzo e Alfio Russo – sullo stato emergenziale e sulla richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale e di emergenza così come chiesto alla Regione Siciliana dai sindaci e dal Commissario della provincia dopo l’episodio del 16 marzo scorso. E’ necessario che gli enti superiori, prevedano e coordinino modelli di intervento di rimozione della cenere immediati e standardizzati. Non soldi, quindi, ma celerità per una solidarietà reale”. I sindaci ripropongono alla Regione l’istituzione di un fondo per le Autonomie locali da cui attingere soltanto in base alle effettive necessità e dietro rendicontazione della Protezione civile regionale per “l’immediata rimozione della cenere vulcanica che può causare problemi alla salute e di provato pericolo per la circolazione viaria”. “Pensiamo che la Giunta regionale dovrà approvare la delibera che riconosca lo stato di calamità naturale – concludono i tre sindaci – come ci è stato garantito circa 15 giorni fa. Lo stato emergenziale significherebbe poter accedere a procedure diverse che ormai sono indifferibili”.

Questa mattina, intervistati da LiveSicilia Catania, i sindaci Enrico Pappalardo e Nino Garozzo, si appellano agli organi preposti per aver delle risposte e aiuti adeguati. “Credo che adesso non si possa più tardare – afferma Enrico Pappalardo, sindaco di Santa Venerina – per proclamare lo stato di emergenza alle comunità colpite da questi eventi; da giorni l’Etna, non ci fa mancare queste piogge laviche che non solo mettono in ginocchio le comunità interessate, ma mettono in ginocchio l’economia; ritengo che a questo punto, non si possa perdere più tempo, abbiamo ripristinato i danni della volta scorsa attraverso la prefettura attraverso la Provincia Regionale di Catania, però adesso ci serve un intervento forte dando lo stato di emergenza a queste comunità.

La cenere sulle strade

Il danno è incalcolabile – continua il sindaco – sia dal punto di vista strutturale che ambientale ma anche, e soprattutto, per quanto riguarda la salute pubblica, quindi che il governo regionale e nazionale dialoghino tra loro una volta per tutte, e si rendano conto di quelli che sono i problemi del nostro territorio. Questi eventi si susseguono ormai quasi quotidianamente, terremoti, scosse sismiche, e piogge laviche, dopo aver ripulito da poco il paese e averlo riportato alla normalità rivederlo nuovamente in queste condizioni suscita grande difficoltà”.

Con forza Santa Venerina, Giarre, Acireale, Zafferana e Sant’Alfio, tutti i comuni interessati dopo le riunioni a Palermo in Prefettura e con la protezione civile chiedono tutti una sola cosa: “E’ ora che ci diano attenzione e aiuti adeguati”.

Pappalardo continua: “Un altro appunto che faccio al nostro Presidente della regione, che ammiro per il lavoro che sta svolgendo, è quello di averlo chiamato diverse volte al telefono ho chiesto più volte di poter avere un incontro con lui, ma ancora resto in attesa di essere ricevuto lo faccio da circa due mesi, spero che questo messaggio serva come appello che mi dia la possibilità di avere con lui un incontro diretto per poter parlare dei nostri comuni”.

Anche ad Acireale la situazione è critica, a seguito della caduta di cenere registrata ieri nel territorio comunale compreso tra le frazioni di S.M.Ammalati, Guardia, Mangano, S, Giovanni Bosco, Pozzillo, Stazzo, Scillichenti, S.Tecla. S.M.La Scala (compresa una leggera spruzzata sul centro urbano) si è svolta ieri sera negli uffici del Com (Centro operativo misto comunale di protezione civile) una riunione operativa del Coc (responsabile Area tecnica, responsabile Protezione civile, responsabile alla Viabilità) a cui hanno preso parte l’assessore alla Protezione civile Nino Sorace, il capoarea tecnica Giovanni Barbagallo, il caposettore dei LLPP Salvatore Di Stefano, il responsabile della Protezione civile comunale Pippo Torrisi, il funzionario della Protezione civile comunale Pippo Alemanni, il responsabile del Servizio Strade Lucio Arcidiacono, il responsabile Edilizia scolastica Francesco Messina, il vice comandante della polizia municipale Stefano Leone, il responsabile del Settore Verde Francesco Gulli, il tecnico della Protezione civile Leandro Manna. Al fine di pianificare in queste ore gli interventi dopo un sopralluogo nelle zone interessate: “Quando come sindaci abbiamo manifestato la preoccupazione che eventi ripetitivi necessitano di organizzazione stabile e di pronto intervento – dice il sindaco di Acireale Nino Garozzo -non era dettato da volontà di evitare oneri e incombenze ma solo dalla necessità. Purtroppo ci risulta che ancora oggi la Giunta regionale non abbia richiesto lo stato di calamità a seguito dell’incontro tenutosi qualche giorno fa a Palermo, ma confidiamo che questo ulteriore, sebbene più lieve evento convinca tutti che il problema non è dei soliti noti comuni ma dell’intero sistema di protezione civile regionale”.

 


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