“La sensazione è quella di essere rimasti incastrati in una sempiterna tela di Penelope. Noi cerchiamo di costruire il centrosinistra, mentre Cracolici lo distrugge”. Inizia così lo sfogo di Erasmo Palazzotto, segretario regionale di Sinistra ecologia e libertà, in risposta alla proposta politica del capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici. Il leader dei democratici a sala d’Ercole, infatti, non ha dubbi: il Pd correrà alle competizioni elettorali al fianco del Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo. Anche a Palermo. E sulla politica del capoluogo, si sa, qualche nodo viene al pettine. Certo, il sondaggio demopolis, al di là delle dichiarazioni ufficiali rilasciate dagli esponenti del Pd, qualche dubbio lo avrà messo in testa ai sostenitori del governo regionale. Sarà stata la scelta giusta? Il Pd infatti, forte di un 25% dei consensi elettorali, è precipitato a 18 punti percentuali, qualcosa vorrà dire. In compenso, proprio Sinistra e Libertà, conquista 5 elettori su 100. “Non è una vittoria – commenta Palazzotto – perché il centrosinistra, complessivamente, ne esce debilitato. Gli unici ad essere rafforzati siamo noi, ma a che pro?”. Già, a che pro? Il gioco sarebbe valso la candela, guardando alla sinistra isolana, se all’emorraggia di voti del Pd verso Sel, avesse risposto una crescita dei consensi di centro, in direzione Pd. Così, magari, la sinistra ne avrebbe guadagnato. È questo, in sintesi, il Palazzotto-pensiero.
Intanto Italia dei Valori oggi si è smarcata definitivamente dai democratici con un lapidario “tanti auguri a Cracolici, la sua strada non sarà la nostra”. E poi c’è l’outsider Davide Faraone (nella foto), in campagna elettorale per Palermo. Lui non commenta, ma conferma che correrà anche da solo. Né in una direzione, né nell’altra. “La mia è una strada alternativa – dice – sono fuori da qualunque schema”. Faraone, che è passato dall’iniziativa con Maurizio Zamparini allo Zen, agli accordi politici sulle politiche urbanistriche della città con Sel, non entra nelle logiche delle alleanze. “Io con la gente parlo di programma politico, non di allenaze partitiche. Renzi a Firenze ce l’ha fatta, lui parlava di rottamare il vecchio. Io parlo di strappo, ma cambia abbastanza poco”. Insomma, sembra lontana qualunque sintesi politica all’interno dei ‘rossi’ siciliani. Che riescano a mettersi d’accordo prima della primavera 2012 (e della conseguente nuova tornata elettorale)?