CATANIA – Pretendono che le ricerche continuino. E lo fanno protestando al porto. Sono i parenti del capitano Costanzo, naufragato con il suo peschereccio lo scorso 30 giugno ancora non recuperato. Nonostante le insistenti richieste dei familiari e le rassicurazioni delle istituzioni, tra cui anche quelle del sindaco Bianco. Stamattina, hanno protestato al porto di Catania, appoggiati dai pescatori e dagli armatori, per chiedere l’utilizzo, per le ricerche in mare, di alcuni mezzi meccanici costosi – si tratta di circa 7 mila euro al giorno, ma fondamentali per scandagliare i fondali antistanti la costa meridionale siciliana, palmo a palmo.
“Se non abbiamo risposte andremo a protestare in municipio e ci barricheremo dentro la Cattedrale – tuona Maria, la figlia del capitano Costanzo, che da quando il papà è scomparso chiede al Governo di mettere in campo tutti i mezzi per ritrovare il corpo. Minacciano una eclatante protesta e anche lo sciopero della fame e della sete se non verranno ascoltati. “Non ci sono fondi e le famiglie si sentono prese in giro – afferma Fabio Micalizzi, rappresentante dei pescatori che, stamani, era al porto con i Costanzo. Noi e gli armatori appoggeremo le richieste di queste persone che, dopo tutti questi giorni – conclude – hanno il diritto di ricevere risposte”.