PALERMO – Il passaggio di Caterina Chinnici dal Pd a Forza Italia continua a scuotere i dem. Una scelta, quella dell’eurodeputata e pochi mesi fa candidata alla presidenza della regione del centrosinistra, che ha provocato una vera e propria resa dei conti all’interno del partito di Elly Schlein che proprio domani sarà a Palermo per le commemorazioni di Pio La Torre. La segretaria nell’Isola troverà un partito dilaniato dalle polemiche verso il segretario Anthony Barbagallo, il più convinto sostenitore della Schlein, a cui le minoranze interne rimproverano la scelta di puntare sulla Chinnici alle ultime elezioni.
L’attacco degli ex assessori
Un coro di voci critiche a cui si aggiungono quelle degli ex assessori di Leoluca Orlando, ossia Fabio Giambrone (oggi consigliere comunale del Pd a Palermo), Sergio Marino, Paolo Petralia Camassa ma soprattutto Giovanna Marano, dirigente Cgil che nel 2012 fu candidata alla presidenza della Regione con la sinistra. “Quello di Caterina Chinnici non è un semplice ‘cambio di casacca’ – dicono gli ex componenti della giunta comunale – È, al tempo stesso, un segnale impattante sul fronte della lotta alla mafia e un colpo gravissimo a un’idea della politica e della etica pubblica che richiede una riflessione e una risposta severa da parte di tutte le forze progressiste. Domani celebreremo, come ogni anno, l’assassinio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo da parte di uomini di mafia al servizio di un disegno volto a scoraggiare e sconfiggere gli uomini migliori di quella stagione come Rocco Chinnici, Gaetano Costa, Piersanti Mattarella. Caterina Chinnici, con la decisione di ripararsi all’ombra di un’area politica, lancia un segnale di smobilitazione preoccupante che deve essere valutato con grande attenzione”.
“Pd non è più sede di confronto”
Poi l’attacco ai vertici del partito: “Il gruppo dirigente del Pd siciliano e di Palermo non potrà accontentarsi di commentare un fatto che è gravissimo e destabilizzante, non solo di un partito e della sua gloriosa storia, ma dell’insieme del movimento antimafia – continuano Giambrone, Petralia, Marino e Marano – Il tema del contrasto alla mafia sembra essere catalogato alla riflessione storica piuttosto che all’azione politica e di questo devono discutere il gruppo dirigente del Pd, i suoi iscritti, insieme a tutta l’area dei progressisti e del mondo dell’associazionismo antimafia. Il Partito democratico non è ormai più da tempo la sede di confronto, discussione e regia della lotta alla mafia e questa assenza si sente, si percepisce”.
“La Sicilia ha bisogno di altro”
“Caterina Chinnici compie il suo atto ingiustificabile perché viviamo e pratichiamo una “normalità” che lo rende possibile e il gruppo dirigente del Pd, i suoi massimi rappresentanti regionali e provinciali, sono naturalmente responsabili di avere facilitato questa nuova ‘normalità’ mancando quella funzione di stimolo e di organizzazione necessaria a tenere alta l’iniziativa politica, nelle istituzioni e nel territorio – concludono gli ex assessori – Spiace dirlo, ma non basta assicurare il calendario delle ricorrenze mentre è in atto una vera e propria contro rivoluzione politica, culturale e morale. Un contrasto credibile alla mafia e al suo contesto è condizione preliminare e necessaria per il rispetto e la promozione dei diritti di libertà e di eguaglianza di cittadine e cittadini che dovrebbe essere la missione del Partito democratico in Sicilia e nell’intero Paese. Certo, ci si può sempre rifugiare al caldo delle rassicurazioni correntizie, ma forse Palermo e la Sicilia hanno bisogno di altro di ben altro. Rifletta su questo Elly Schlein, perché questo tema non è mai stato solo siciliano”.