PALERMO – “C’è un limite alla decenza e alla vergogna e la richiesta di 10 euro di ‘premio’ per ogni pratica che serve ad attivare la Cassa integrazione, fatta dalle rappresentanze sindacali dei dipendenti della Regione, questo limite lo ha superato”. Così in una nota il parlamentare nazionale della Lega, Nino Minardo, e il segretario del Carroccio in Sicilia Stefano Candiani. “Siamo in una terra, la Sicilia, che non deve e non può morire per mano del potere della burocrazia e per i capricci di chi cerca altri soldi per fare il proprio dovere, lautamente pagato”, dicono Minardo e Candiani che chiedono al governatore Nello Musumeci “uno scatto d’orgoglio, di reagire a questa ignominia e di difendere – aggiungono – la dignità e i sacrosanti diritti di migliaia di lavoratori siciliani, che aspettano ormai da due mesi i soldi della Cassa integrazione per campare, per dare da mangiare ai propri figli e che, anche per colpa dei ritardi degli uffici regionali, non li vedono. La risposta alla loro dignità, alle loro legittime richieste – ancora Minardo e Candiani – non può certamente essere un’assurda, disdicevole e sprezzante pretesa di chi già gode di uno stipendio ‘pesante’, che incassa regolarmente ogni mese, che non è stato leso da queste settimane di emergenza, che non ha subito interruzioni e che oggi vuole l’incentivo per recuperare il tempo che egli stesso ha colpevolmente perso. Una richiesta ai limiti dell’indecenza che ci fa rabbia e che provoca tutta la nostra riprovazione”.