Bocciato il Dpef, bagarre all'Ars |Megafono astenuto, maggioranza ko - Live Sicilia

Bocciato il Dpef, bagarre all’Ars |Megafono astenuto, maggioranza ko

Bagarre in aula. I deputati Malafarina e Di Giacinto decidono di non esprimere la propria preferenza sul documento che dà il via alla manovra finanziaria. Così, complice l'assenza di oltre 30 parlamentari della maggioranza, il governo va ko sotto i colpi del Movimento cinque stelle (che ha richiesto il voto nominale) e del centrodestra. Il Pd ripresenta l'Ordine del giorno.

il parlamento regionale
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PALERMO – 14.41 Il deputato Pd Giuseppe Lupo che oggi rivestiva il ruolo di presidente dell’Ars ha di fatto respinto la proposta avanzata dal gruppo dei democratici di andare al voto già oggi sull’Ordine del giorno col quale era stato riproposto il Dpef bocciato stamattina. “Non ci sono le condizioni” ha detto Lupo che ha rinviato tutto a martedì 29 alle 15. “Prima della seduta – ha aggiunto – si terrà una conferenza dei capigruppo dove si potrà discutere anche del voto di oggi”.

Colpo di scena a Sala d’Ercole. È stato bocciato il Dpef, il documento di programmazione economico-finanziaria che rappresenta il primo passo della manovra che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre.

La votazione che si è svolta oggi in Aula ha visto 21 voti favorevoli e 21 voti contrari. Determinante l’astensione di due deputati del Megafono: Antonio Malafarina e Giovanni Di Giacinto. Astenuto anche il deputato del Pid Roberto Clemente. A votare a favore del Dpef i deputati presenti del Pd, del Pdr e di Ncd (ormai stabilmente in maggioranza). Contrari i parlamentari del Movimento cinque stelle, veri artefici di questo clamoroso scivolone, che hanno richiesto in Aula il voto nominale. Insieme a loro hanno votato contro i parlamentari di Forza Italia (a dire il vero l’unico presente, cioè Giorgio Assenza), la deputata del Pdi Bernadette Grasso, quelli della Lista Musumeci Ioppolo e appunto Musumeci, quelli dell’Mpa Lombardo e Greco oltre ai due deputati del gruppo misto: Fazio e l’ex Pd Riggio.

Uno scivolone inaspettato per il governo. Che evidentemente, nonostante i rimpasti e nuovi esecutivi non è riuscito ad assicurarsi una maggioranza solida all’Ars. E questo potrebbe essere solo l’antipasto di un esame della legge di stabilità che potrebbe riservare altre sorprese.

E alla ripresa della seduta parlamentare dopo la bocciatura del Dpef 2016-2018 si è scatenata la bagarre. I deputati d’opposizione stanno prendendo la parola uno dietro l’altro manifestando la propria contrarietà per l’intenzione da parte della maggioranza di riproporre a sala d’Ercole lo stesso ordine del giorno per l’approvazione del documento economico e finanziario, considerandola “una forzatura”. Il Pd ha ricordato un precedente: anche durante il governo di Raffaele Lombardo fu bocciato il Dpef, in quel caso ci fu un terremoto politico, con il presidente della Regione che mise fuori dalla sua giunta Forza Italia, che passò all’opposizione. In quel caso, nonostante la bocciatura del Dpef fu portato avanti l’iter della manovra finanziaria, grazie a un ordine del giorno alternativo.

Le opposizioni chiedono al governo di modificare il Dpef e di riproporlo in commissione Bilancio dell’Ars per un nuovo esame, rinnovando l’iter parlamentare. Santi Formica (Lm), citando il precedente Lombardo, ha fatto un richiamo al regolamento parlamentare, sostenendo che il governo può riproporre lo stesso Dpef ma solo se fosse chiusa l’attuale sessione di bilancio per riaprire una nuova, la prossima settimana con l’aula già convocata per il 29 e 30 dicembre. In questo caso sarebbe inevitabile il ricorso all’esercizio provvisorio. Fra l’altro il governo, fino a stamattina, non aveva ancora trasmesso bilancio e finanziaria alla commissione Bilancio. Intanto, il capogruppo del Pd, Alice Anselmo, ha ripresentato un nuovo ordine del giorno per l’approvazione del Dpef 2016-2018.

A quel punto, come detto, le proteste veementi delle opposizioni. Ma anche della maggioranza che avrebbe “rimproverato” al presidente di oggi, Giuseppe Lupo, di non aver verificato la presenza dei parlamentari in Aula. “Il regolamento – ha detto Santi Formica della Lista Musumeci – prevede pochi punti che non sono superabili. Tra questi quelli che prevedono l’esame dei documenti finanziari. Quello di oggi non è un inciampo momentaneo. Ieri sera si è rinviato il voto perché in Aula non c’era la maggioranza che ha evidentemente dei problemi seri”. “Lupo – ha ammonito la deputata grillina Angela Foti – non si faccia trascinare in una situazione ridicola. Metà dell’assemblea è assente e metà dei presenti hanno votato contro”. Monito giunto anche dal parlamentare di Forza Italia Assenza: “Lupo non si presti alle questioni di parte. L’Aula si è espressa con un voto palese e lo stesso documento non può essere presentato oggi. L’iter deve ripartire con l’esame in commissione bilancio. Il governo dovrebbe dimettersi”. “Quello di oggi – ha sottolineato Nello Musumeci – è un fatto rilevante dal punto di vista politico. E non mi riferisco all’astensione di due deputati della maggioranza. Circa 30 deputati della maggioranza non erano in Aula. Credo che questo dibattito sia persino inutile. Chi ricopre oggi il ruolo di presidente dell’Ars non può venire meno al principio di imparzialità”. Sarcastico il parlamentare di Forza Italia Giuseppe Milazzo: “Se avessimo saputo che oggi sarebbe stato bocciato il Dpef avremmo presentato prima una mozione di sfiducia, così la maggioranza sarebbe stata certamente presente in Aula”. Secondo il capogruppo Di Mauro servirà una conferenza dei capigruppo per decidere di riavviare l’esame dopo Natale. Il collega dell’Mpa Toti Lombardo, ha ricordato che “”il regolamento prevede il ritorno in commissione. Bisogna rispettare le regole che sono sacre, sia quando convengono sia quando non convengono”.

Ma al di là dei problemi “procedurali” resta ovviamente il caso politico. Erano più di trenta i deputati di maggioranza assenti oggi. Presente solo un deputato del Pdr e uno solo dell’Udc. “Magari qualcuno sarà arrivato in ritardo a causa di qualche ingorgo” ha spiegato il deputato Udc Sorbello.Mentre i due parlamentari del Megafono si sono astenuti. Una posizione riaffermata in Aula dal capogruppo Di Giacinto: “Ieri abbiamo espresso le nostre perplessità rispetto al Dpef che non condividiamo perché non contiene nessuna indicazione per lo sviluppo. Ma una maggioranza di 56 deputati non può andare sotto perché due persone si astengono. Noi continueremo a non votare questo documento e usciremo dall’Aula. E potremmo fare la stessa cosa con la Finanziaria. Se non ci convince, non la voteremo”.

Ed è bagarre anche tra il Pd e il Movimento cinque stelle. “E’ inaccettabile – ha attaccato Luca Sammartino – vedere come alcuni parlamentari finiti in Aula per casi fortuiti, parlino di dignità. Volete solo rallentare i lavori di questo parlamento a causa di una distrazione del presidente Lupo”. Una dichiarazione alla quale hanno replicato a muso duro sia i grillini sia lo stesso Lupo: “Al presidente dell’Ars non spetta il compito di contare i voti. Io mi limito ad applicare il regolamento”. Mentre il parlamentare Siragusa ha replicato a Sammartino ricordandogli che “i deputati del Movimento cinque stelle non hanno mai cambiato un partito a differenza di chi ne ha girati parecchi prima di trovare la poltrona più comoda”.

 

 

 

 


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