PALERMO – I soldi arrivarono in carcere tramite vaglia postale. Era il regalo, forse neppure troppo spontaneo, di alcuni autisti di ape taxi al boss Tommaso Lo Presti detenuto nel carcere di Voghera, in Lombardia.
Un tale Tonino era andato a fare visita a Teresa Marino, la moglie di Lo Presti: “Ma per caso Teresa… glieli hanno… hanno detto il vaglia… non ti avevo detto quel discorso? … del regalo?… i ragazzi si sono uniti”. “Gli hanno fatto un vaglia?… sicuro?”, rispondeva la Marino nella sua abitazione di via Cipressi. L’incomprensione fu presto superata: “Me li hanno dati a me… moto taxi?… quei picciotti che hanno l’ape taxi… trecentoventi euro me li hanno fatti avere…”. Piccole somme, spiegano gli investigatori, ma dal grande valore simbolico.
Dalle successive parole della Marino sembrerebbe che si sia trattato più un’imposizione che di un regalo. Secondo la moglie del reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova, i soldi erano arrivati in ritardo: “… già è da qualche due mesi… che non avevano fatto, gli sembrava che non gli avevano fatto il bonifico, ora gli è arrivato e quello me li ha mandati… infatti io ho detto gli devo mandare il vaglia… gli faccio ora il vaglia”.
Il vaglia lo fece davvero. Anzi, più di uno. Tra giugno e luglio del 2014 Tommaso Lo Presti ricevette tre accrediti da 200 euro ciascuno.