"Con Bartolo per una sinistra nuova | Pronto a candidarmi a governatore" - Live Sicilia

“Con Bartolo per una sinistra nuova | Pronto a candidarmi a governatore”

Claudio Fava: “Serve un progetto politico che vada oltre i partiti, che parli ai siciliani. Musumeci dice che nessuno lo fermerà? È già fermo”.

L'INTERVISTA
di
4 min di lettura

“Serve una nuova sinistra, che vada oltre i partiti e le etichette. E che sappia parlare alla gente. Serve una sinistra che punti a governare la Sicilia. E io sono pronto a correre per la carica di governatore”. Claudio Fava guarda oltre. Oltre le ultime amministrative e anche oltre le Europee in occasione delle quali sosterrà Pietro Bartolo. “Una scelta personale, un atto di amicizia”.

Ma Bartolo correrà col Pd. Lei sosterrà quindi quella lista.

“Io sosterrò Bartolo. Innanzitutto perché mette in campo i temi su cui fondare una nuova sinistra”.

Il tema dell’accoglienza, insomma.

“Non solo. Non stiamo parlando solo di immigrazione. Penso a una politica che sappia farsi carico dei problemi veri, che metta in campo i mestieri necessari per sanare le fratture sociali. Una sinistra che punti a governare, però, non solo a fare testimonianza”.

C’è spazio secondo lei per una proposta politica di questo tipo, oggi? Sembra che i cittadini vadano da tutt’altra parte.

“Il tema è proprio questo. Io credo che bisogni lavorare a una proposta, già in occasione di queste Europee, che si opponga all’utilizzo da parte di Cinquestelle e Lega di slogan sommari e rumorosi. Bisogna portare in Europa chi rappresenta davvero il pensiero di Spinelli: un’Europa dei popoli. E da lì, guardare poi anche alla Sicilia”.

In vista del governo della Regione. Non è un po’ presto? Mancano ancora tre anni e mezzo alla fine naturale della legislatura.

“Ma i progetti vanno costruiti. E alcuni percorsi umani come quello di Pietro Bartolo, dovranno servire da architrave per una idea nuova per la Sicilia”.

E a chi pensa di rivolgersi?

“Certamente non mi rivolgerò al ceto politico. Dobbiamo mettere al centro i valori della nostra terra, la sua generosità. E dobbiamo andare oltre le sigle. Dobbiamo parlare ai siciliani con chiarezza e semplicità. Anche perché credo che i siciliani non siano per niente contenti, oggi”.

Si riferisce all’attuale governo della Regione?

“I siciliani oggi si trovano in una palude. La Sicilia somiglia a una terra che ha subito lo scoppio di una bomba atomica. Anche a causa delle esperienze di governo precedenti che ci hanno portato qui. Siamo passati dalle ‘clientele a ogni costo’ di Cuffaro e Lombardo, all’antimafia dei pennacchi e alla Regione appaltata da Crocetta che ha imbarazzato e intristito tanti siciliani, fino a questo governo che non governa”.

La palude di cui parlava…

“Sì. E nonostante ciò il presidente Musumeci si limita ad alcune dichiarazioni apodittiche. Del tipo: ‘Io non mi fermerò’. Ma lui è già fermo. Si aggrappa a questa specie di orgoglio risorgimentale, invece di affrontare davvero il tema in Aula”.

Come si esce da questa condizione allora?

“L’unico modo è che sia lo stesso presidente che non governa a prenderne atto. Ma siccome non credo che avverrà, proviamo a costruire fin da oggi una idea di governo possibile”.

Eppure oggi sembra che le tendenze siano due: da un lato il populismo e il sovranismo, dall’altro l’ammucchiata di centrodestra e centrosinistra che sembra l’unico modo per arginare la crescita dei populisti stessi.

“Sì ma la folla che accoglie il politico non sempre si traduce in voti: è successo a Catania ad esempio, la gente voleva farsi un selfie con Salvini, non votare Lega”.

Restano, però, Lega e Movimento cinque stelle oggi i partiti col maggior consenso.

“Perché manca appunto una terza via. Un progetto che vada oltre l’unione strumentale di tutto ciò che c’è stato nel passato e che non ha fatto bene alla Sicilia, e oltre questo sovranismo senza umilità che non è in grado nemmeno di ammettere i propri errori. Ecco, l’umiltà in politica penso sia uno dei valori da recuperare certamente. ”.

E cos’altro? Quale deve essere la ‘cifra’ di questa nuova sinistra?

“Le dico una cosa su tutte: bisogna tornare a parlare di diritti. I diritti. Che sono primari. Finora si è andati avanti con le elemosine. I siciliani devono liberarsi dalla schiavitù delle elemosine. E poi, c’è da fare tanto su temi che sono reali e vitali: penso all’acqua pubblica, penso ai rifiuti, penso alla limpidezza dei processi amministrativi”.

In realtà un partito di centrosinistra oggi c’è, con tutti i suoi problemi. Il Pd di Zingaretti sembra voglia abbandonare le tentazioni ‘centriste’ di Renzi. Come dialogherà con un partito come il Pd, una ‘nuova sinistra’ che vuole andare oltre i partiti?

“Il Pd non è certamente escluso dal ragionamento che faccio. Ma bisogna che cambiamo la visuale. Non possiamo più permetterci di pensare a una alleanza tra segmenti di politica, più o meno buona che sia. Dovrà essere la politica ad andare incontro alla vita della gente. L’apparato dovrà fare un passo indietro”.

Se maturerà questo progetto sarà lei a correre per la carica di presidente della Regione?

“Se ci saranno le condizioni politiche sì. Il mio obiettivo non è quello di continuare a mantenere viva la testimonianza della sinistra con questa specie di ‘diritto di tribuna’. Né voglio tenere i valori in cui credo io e in cui credono tanti siciliani dentro una teca di cristallo. Voglio portarli al governo della Regione”.


Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI