Francesco Italia, sindaco di Siracusa, è tra i promotori del nuovo soggetto politico di Carlo Calenda, Azione, presentato oggi. Alle prese con la complicata situazione del comune aretuseo, dove il consiglio comunale è decaduto e sarà sostituito da un commissario, Italia spiega le ragioni della sua adesione al nuovo soggetto liberaldemocratico, che a suo dire potrà offrire “una casa” a “una larga fetta di elettorato”. “Mi sono sentito a casa, ho ascoltato contenuti che già conoscevo ribaditi oggi in maniera molto chiara da Calenda come da suo stile”, dice Italia.
Sindaco, cosa l’ha spinta ad abbracciare questa nuova avventura?
“Non è una nuova avventura perché ero già stato tra i firmatari del movimento Siamo Europei, seguo i contenuti politici di Carlo Calenda da un bel po’. Mi ha convinto il fatto che in un momento di disorientamento politico, c’è una larga fetta di elettorato che assolutamente ha bisogno di una casa”.
Chi sono questi elettori a cui vi rivolgete?
“Chi ha bisogno di punti di riferimento che rappresentino un baluardo contro il sovranismo e il populismo. Quando un partito come Forza Itala si astiene nel voto sulla commissione Segre hai un’immagine di quello che succede in Italia, questo spostarsi sulle posizioni estreme della destra. C’è una domanda di politica che con Azione trova una casa”.
Che tipo di “casa”?
“La casa dei progressisti liberali, su temi che io sposo pienamente. Calenda ha parlato di un’Italia che parte della scuola, dalla sanità, dall’edilizia sociale. Temi lontani dall’agenda politica nazionale”.
Nel suo discorso Calenda ha anche citato un siciliano illustre, Luigi Sturzo.
“Sì, perché l’unica ricetta possibile contro il populismo è il popolarismo, la capacità che vuole avere Azione non di inseguire il consenso ma di rendere popolari le scelte giuste per il nostro Paese. Anche scelte che popolari non lo sono. La politica deve avere il coraggio di fare le cose giuste”.
Non c’è il rischio che questo partito sia percepito come rivolto ad élite e che questo precluda la possibilità di rivolgersi a una base ampia?
“Io la penso assolutamente all’opposto. Mentre altre offerte politiche si rivolgono al ceto politico, questa è un’offerta che parla al cuore degli italiani. I temi di cui si parla sono le scuole, la sanità, la possibilità di assumere ottomila medici, 30mila infermieri, di detassare i redditi degli under 30, di bloccare l’emigrazione dei giovani dal Sud al Nord”.
Un tema che è la nuova emergenza nazionale quella dello svuotamento del Mezzogiorno.
“Guardi, a Siracusa ho situazioni in cui non solo i giovani ma poi l’intero nucleo familiare si trasferisce. È una maledizione, abbiamo bisogno di qualcuno che ponga questi temi alla base del programma politico”.
Sta dicendo che Azione guarderà al Sud? Perché fin qui di attenzione al Sud da parte dei partiti nazionali se n’è vista poca, malgrado le buone intenzioni sbandierate.
“Qualunque partito che voglia puntare sullo sviluppo sostenibile del nostro Pese non può che avere il Sud come uno dei focus della propria attività. Recuperare l’enorme divario col Nord è una sfida chiave non solo per il Sud ma per l’Italia tutta”.
Calenda verrà nella sua Siracusa?
“Stiamo organizzando, le date sono ancora da definire. Mi interessa che al di là della sua presenza fisica arrivi il messaggio che vuole lanciare ai siciliani”.
A proposito di Siracusa, lei si torva adesso alle prese con una situazione quasi surreale, senza più u consiglio comunale. Come pensa di gestirla?
“Io ho certamente dichiarato da subito che considero questa una ferita che ha subito il sistema democratico della nostra città. Farò di tutto attraverso un’agenda della partecipazione per ampliare il confronto, su una visione di città che va condivisa con tutti coloro che vorranno collaborare”.
Ma lei non ha fatto la valutazione di dimettersi a questo punto per tornare a votare?
“No, sarebbe una valutazione paradossalmente egoista perché significherebbe lasciare la città in un momento in cui ci sono parecchi milioni di euro che dobbiamo mettere a bando che cambieranno il volto della città nei prossimi anni. Non posso essere talmente irresponsabile”.
Lei ha sottolineato che Azione non parte a caccia di ceto politico. Ma in Sicilia chi le piacerebbe avere dalla sua parte?
“Penso ai sindaci in generale, non solo ai sindaci siciliani. Vengo da una tre giorni dell’Anci entusiasmante in cui davvero ho avuto contezza dell’altissimo livello degli amministratori locali. I sindaci sono l’avamposto dei territori e vivono un bagno di realtà che consente di avere una prospettiva privilegiata”.
A che punto siete con l’organizzazione del partito in Sicilia?
“È un movimento che abbiamo appena lanciato, muove i primi passi e ci stiamo organizzando. Sul sito Azione.it ci si può iscrivere”.