E pensare che hanno recentemente “schiticchiato” insieme, a gamberetti e vino di pregio. E adesso è già gelo tra Lombardo e il Pd. Colpa di una frase dal sen fuggita, in una intervista all’Espresso rilasciata dal governatore. Già famosa per la gaffe su Kabul, contiene un altro passaggio incriminato. Ha detto Lombardo:”Ho varato una giunta di tecnici sostenuta da Mpa, Fli, Udc di Casini, Api di Rutelli e dal Pd: almeno dalla sua ala antimafia, maggioritaria”. Dunque, nel Pd c’è un’ala maggioritaria antimafia. E il resto? Minoritari e mafiosi, secondo logica del non detto?
Perfino Antonello Cracolici si è risentito ed ha affidato il suo sdegno a un comunicato: “Il Pd affonda le sue radici in una storia e una tradizione che non consentono a nessuno di rappresentare il nostro dibattito interno in una logica di ‘buoni e cattivi’ o, peggio, di ‘mafia e antimafia. C’è un Pd che discute – aggiunge Cracolici – e che ha maturato la scelta di sostenere il governo tecnico varato da Lombardo: il nostro dibattito deve essere rispettato, non raffigurato in maniera distorta”. Con buona pace del brindisi di Villa Alliata. Gamberetti adieu!
Le reazioni non si fermano qui e sono bipartisan. “Le affermazioni di Lombardo all’Espresso hanno sollevato in Sicilia un’assordante ondata di risate”, dice il parlamentare del Pd, Enzo Bianco.
“Viste le dichiarazioni del presidente Lombardo riportate in un’intervista del prossimo numero de L’Espresso, secondo le quali la sua giunta è appoggiata dall’ala antimafia peraltro maggioritaria del Pd, sarebbe opportuno accertare se la componente del Pd che non lo sostiene sia solo indifferente alla lotta alla mafia ovvero peggio. Sarebbe il caso che il presidente della Commissione Antimafia convocasse in audizione il presidente Lombardo per chiarire tutto ciò”: è la richiesta del senatore PdL, Roberto Centaro, vice presidente della Commissione Giustizia.