PALERMO – Nessun favoritismo nel concorso e nessun aiuto per diventare primario. Antonio Iacono respinge le accuse durante l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Carmen Salustro. Era accompagnato dal suo legale, l’avvocato Mauro Torti.
Chi è Antonio Iacono
Iacono è direttore del Trauma center di Villa Sofia ed era il presidente della commissione di gara per il concorso finito sotto la lente d’ingrandimento della procura di Palermo. Totò Cuffaro è stato intercettato mentre discuteva a casa sua con una candidata delle tracce della prova prima che venisse espletato il concorso per stabilizzare gli operatori socio-sanitari. Agli atti dell’inchiesta ci sono le registrazioni con tanto di nomi delle discussioni per piazzare un candidato piuttosto che un altro.
Il concorso incriminato
Iacono, ascoltato oggi come Roberto Colletti e Saverio Romano, spiega che si trattò di una procedura di stabilizzazione dovuta altrimenti gli operatori socio sanitari non avrebbero potuto lavorare nell’ospedale palermitano. Quindici candidati avevano già un contratto a tempo determinato e dunque le carte in regola per essere stabilizzati. Gli altri 59, invece, per poter essere assunti dovevano prima essere inseriti in una graduatoria pubblica. Da qui l’esigenza di fare il concorso in un momento storico in cui mancavano quelle figure professionali.
“Nessuna regia”
Tutti gli operatori socio sanitari furono inseriti in graduatoria e oggi lavorano per l’azienda sanitaria. I primi 15 avevano maggiori titoli rispetto agli altri ed è naturale che si siano piazzati ai primi posti. Iacono smentisce anche che dietro la sua nomina a presidente della commissione ci fosse chissà quale regia. Prima di lui in due avevano rifiutato perché già impegnati.
Fu il direttore sanitario Aroldo Rizzo a chiedigli di ricoprire il ruolo perché c’era l’esigenza di portare avanti il concorso. Iacono nega pure di avere ricevuto in cambio la promessa di essere nominato primario di Anestesia e rianimazione a Villa Sofia. Come controprova spiega di non avere neppure presentato la domanda.

