CATANIA – Il sospetto che si possa essere in presenza di un tremendo errore giudiziario è forte. E, forse, è ancor più angosciante immaginare che possa essere davvero così. Quello del 36enne Giuliano Salpietro è un caso giudiziario che sfugge alle consuete pieghe di una normale ricostruzione dei fatti e si perde tra le contraddizioni di un racconto che va bel oltre le consuete fasi istruttorie. Dove le prove sembrano essersi tramutate in ipotesi. E viceversa.
I fatti
Parte tutto da una notte di fine luglio del 2016. Giuliano Salpietro a quel tempo ha 29 anni ed assieme al fratello Alessandro e un amico, concludono la loro serata taorminese. Vanno a piedi verso il parcheggio dove hanno lasciato la vettura incrociando una ragazza che li supera lasciandoli alle proprie spalle.
A distanza di qualche minuto, ma da tutt’altra parte rispetto alla strada che li aveva visti incontrare ed al percorso fatto, la stessa ragazza subisce una meschina aggressione a sfondo sessuale. Un fatto meschino, quanto grave.
Ma nel mezzo di una sintesi estrema dei fatti, c’è da dire del raffronto tra una foto scattata all’aggressore e le riprese delle telecamere a circuito chiuso che riprendono il gruppetto dei tre (dove c’è anche Giuliano) che prosegue per la sua strada, come detto, verso il parcheggio. Aggressore e Giuliano hanno incredibilmente un abbigliamento molto simile: persino nei colori. Scatta da qui la suggestione di un iter giudiziario che porta alla condanna di Salpietro a 5 anni e 3 mesi da parte del Tribunale di Messina.
Le parole dell’avvocato
“Le prove oggettive parlano di un Giuliano Salpietro innocente. L’unico elemento fornito dall’accusa si basa sulla credibilità della persona offesa, la quale però ha cambiato versione tre volte. Anzi quattro”. A parlare è l’avvocato della famiglia Salpietro, Rocco Di Dio.
“Giuliano Salpietro soffre di una particolare sudorazione delle mani: ma non esiste alcuna traccia biologia riconducibile a Giuliano sui tessuti consegnati dalla parte offesa”.
Una vicenda poco chiara
La settimana scorsa un servizio del programma televisivo Le Iene ha portato il caso alla ribalta delle cronache nazionali. Sui fatti di quella terribile notte si sono riaccesi i riflettori.
Da qui a poche settimane sono attesi ulteriori risvolti. Forse anche di carattere giudiziario. Al momento, quello che resta, è la sensazione che una donna molestata ed un ragazzo (oggi 36enne) siano rimaste vittime loro malgrado al cospetto di un colpevole mai davvero individuato.