PALERMO – Fino a ieri era considerata uno dei burocrati più influenti dell’amministrazione regionale. Dalla poltrona più alta dell’Autorità di gestione del Piano di sviluppo rurale (Psr) ha indirizzato buona parte della spesa dei fondi europei per l’agricoltura siciliana e messo la propria firma sui maxi bandi e sulle graduatorie per sostenere lo sviluppo di un settore fondamentale per la fragile economia dell’Isola. Una torta da quasi 4,5 miliardi di euro: risorse comunitarie destinate all’agricoltura attraverso due Psr (2007-2013 e 2014- 2020) che Rosaria Barresi ha contribuito a tradurre in opportunità per le imprese siciliane.
Tutto questo fino a febbraio quando al dipartimento Agricoltura, che gestisce una ingente quantità di risorse europee, viene sollevato il caso del conflitto d’interesse della dirigente legato alla partecipazione ad alcuni bandi da parte dell’azienda agricola di un familiare. Un rischio che era già stato segnalato dalla stessa Barresi al proprio dipartimento e che a inizio anno aveva fatto scattare l’allarme rosso dalle parti di Palazzo d’Orleans. Il 24 febbraio, infatti, un decreto del governatore Crocetta dà per “accertata”, e non più come “potenziale”, la situazione di conflitto di interesse e incarica un altro dirigente regionale, Giovanni Bologna, come sostituto della Barresi “per l’adozione degli atti relativi ai procedimenti per i quali ricorre il conflitto d’interessi”. Una ‘pezza’ su una situazione che restava delicata e decisamente spinosa per il governo: fino al 17 maggio, infatti, l’ex assessore ha continuato a occuparsi dei contributi derivanti dal Psr, firmando una circolare che proroga al 15 giugno il termine ultimo per la presentazione delle domande di pagamento che confermano gli impegni annuali presi dalle aziende attraverso le misure agroambientali del Programma. E’ sua anche la firma sulle graduatorie provvisorie Ocm Vino (Organizzazione comune del mercato vitivinicolo), che distribuiscono alle aziende i contributi per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti. L’elenco è stato pubblicato l’11 maggio.
Alla fine Crocetta ha deciso mettere in atto il cambio della guardia, già ventilato alcune settimane fa, con l’arrivo di Gaetano Cimò al dipartimento Agricoltura e il transito di Barresi all’Ambiente. Una mossa che ha anche l’obiettivo di rasserenare gli animi dopo il caos scoppiato a inizio anno in assessorato per la bocciatura da parte del Tar del famoso bando da 320 milioni di euro per l’agricoltura biologica. Una bomba a orologeria che rischia di mettere al tappeto migliaia di aziende che avevano ottenuto le prime due tranche dei contributi europei del Psr, programmando anche diversi investimenti, e che ora vedono i pagamenti bloccati a seguito della decisione del Tar di annullare bando e graduatorie, entrambi firmati da una Barresi finita nel frattempo nel ciclone delle critiche da parte delle associazioni di categoria. La sentenza del Tar, figlia di un ricorso partito da alcune aziende rimaste escluse dalla graduatoria, è stata comunque sospesa in via cautelare dal Consiglio di giustizia amministrativa, facendo tirare un “sospiro di sollievo” all’assessore Antonello Cracolici. In un dipartimento Agricoltura ormai orfano del suo dirigente storico, ora attendono il giudizio di merito da parte del Cga, che potrebbe riportare ordine su tutta la vicenda e sbloccare definitivamente i fondi per le aziende vincitrici che rischiavano di dover restituire anche le prime due tranche di finanziamento.