Cronaca

Consiglio: salta ancora Tari, attesa per le dimissioni di Pogliese

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28 Luglio 2022, 06:09

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CATANIA – “La variante Tari ha colpito quasi mezzo Consiglio comunale“. La battuta, nel cortile di Palazzo degli elefanti, è del consigliere del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi. Sono da poco passate le 19.50 e la seduta del senato cittadino durante la quale si sarebbe dovuto votare l’aumento della tassa sui rifiuti del 18 per cento è saltata per la seconda volta. In un clima di surreale attesa per quanto sembra dovere avvenire ormai a brevissimo: le dimissioni del sindaco Salvo Pogliese.

“La mail è arrivata?”. “No, non ancora”. Una pec per comunicare il passo indietro al sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi e alla presidenza del Consiglio comunale. La stanza del primo cittadino è già stata svuotata, si racconta. La percezione generale è quella di una smobilitazione, ancorché un poco precoce. Le dimissioni di Pogliese saranno effettive solo venti giorni dopo essere state presentate. E la giunta rimarrà in carica per gli affari correnti finché la Regione Siciliana non avrà nominato un commissario. A conti fatti, fino a settembre a Palazzo degli elefanti non cambierà molto.

Così come non cambieranno i temi che continueranno a tenere banco. Oggi, alle 19, il Consiglio riprenderà con il medesimo ordine del giorno. Cioè di nuovo l’aumento della Tari. Ma stavolta basteranno 15 consiglieri, anziché i 18 necessari in prima convocazione. Stamattina i capigruppo dei vari gruppi consiliari parteciperanno a una riunione in videoconferenza con l’assessora regionale ai Rifiuti Daniela Baglieri. L’obiettivo è capire se da Palermo arriveranno aiuti economici sostanziosi per fare fronte al caro energia. Con i costi di conferimento in discarica triplicati, molti Comuni siciliani tirano per la giacchetta Palazzo d’Orleans affinché contribuisca. I municipi virtuosi, però, non ci stanno a vedersi decurtati i possibili trasferimenti in favore di una città indietro (a proposito di immondizia e raccolta differenziata) come Catania.

Ieri pomeriggio il Comune ha diffuso i nuovi dati sulla raccolta differenziata: il capoluogo etneo sfiora il 30 per cento di media nei tre lotti in cui è divisa la città. Un risultato insperato che, però, potrebbe non essere sufficiente. E il tema resta: se non si vuole fare saltare il banco dell’equilibrio di bilancio, la Tari va aumentata. Ma da chi? Ieri sera la maggioranza registrava qualche assenza, mentre i banchi dell’opposizione erano quasi del tutto deserti. Lo scioglimento del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia (a quanto pare, solo temporaneo: già stamattina dovrebbe ricostituirsi) dà la stura alle prime uscite dall’aula. Ed è poi il consigliere di Prima l’Italia Giuseppe Gelsomino a proporre la prima pregiudiziale: “Per quale motivo all’ordine del giorno non ci sono le comunicazioni dei consiglieri? Propongo di sospendere la seduta e riconvocarla venerdì, inserendo la possibilità per noi tutti di intervenire”.

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Castiglione si difende: “Non ci sono mai le comunicazioni dei consiglieri quando si devono votare delibere propedeutiche ad atti di bilancio”. Poi si vota: pregiudiziale respinta. Lanfranco Zappalà, in campo con la sua candidatura a sindaco, rilancia: “Propongo di modificare l’ordine del giorno affinché vengano inserite le comunicazioni dei consiglieri”. In aula scoppia il caos: “Consigliere, non si può fare, è contro il regolamento”, tenta di mediare Castiglione. E altri consiglieri lasciano gli scranni: vanno via in fila Giovanni Petralia e Dario Grasso di Forza Italia, ed Emanuele Nasca della Lega. “Avevamo chiesto interlocuzioni con la Regione, non si può fare tutto così, all’ultimo minuto”, dicono.

Nel frattempo, sulla pregiudiziale di Zappalà manca il numero legale. E la seduta salta. Tutto rinviato alle 19 di oggi. Quando, forse, arriveranno le risposte sul futuro della città che mancano da tempo.

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28 Luglio 2022, 06:09

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