Aumento Tari, incognite su Pogliese: i voti sono pochi - Live Sicilia

Aumento Tari, incognite su Pogliese: i voti sono pochi

Numeri alla mano, stasera potrebbero esserci parecchie difficoltà per l'approvazione delle nuove tariffe della tassa sui rifiuti.

CATANIA – C’è chi dice che nell’ufficio di Salvo Pogliese, a Palazzo degli elefanti, siano stati già rimossi gli oggetti personali, in vista di dimissioni oggi o domani. E c’è chi sostiene, invece, che ci sia ancora un residuo di possibilità che il sindaco non si dimetta, quantomeno per non dare ai cittadini l’impressione che lo faccia solo per il salvacondotto romano, visto che del suo passo indietro si discute da parecchi mesi. Ma le voci che affollano i corridoi del municipio, lungi dal dissipare le nebbie, servono a rendere ancora più teso il clima attorno alla votazione del Consiglio comunale di stasera: l’aumento del 18 per cento della Tari, la tassa sui rifiuti.

Il sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi ha inviato ieri una lettera, con dentro un appello sentito, a tutti gli eletti al senato cittadino. “Dall’approvazione (dell’aumento Tari, ndr) o meno potrebbero determinarsi una serie di conseguenze, tali da rendere vani quattro anni di duro lavoro per correggere i conti del Comune e segnare in maniera indelebile il futuro di Catania”, ha scritto il titolare del Bilancio. Facendo riferimento al “rischio che si possa paventare ancora una volta lo spettro del dissesto finanziario“. Lo spauracchio del default torna, di nuovo, ad aleggiare sul municipio.

Vero è che l’aumento del costo di conferimento in discarica, che si riverbera totalmente sulla tariffa, è dovuto al caro energia. Ma è altrettanto vero che il Consiglio comunale non sembra essere disposto a votare un ulteriore incremento, dopo il primo già approvato anni fa con la promessa che sarebbe seguita una diminuzione della tassa. “Attenzione ai numeri”, ha ammonito più volte Sebastiano Anastasi, capogruppo di Grande Catania, dal suo scranno in Consiglio. Lo sa l’autonomista e lo sanno tutti, anche Bonaccorsi che si appella a “una nuova straordinaria assunzione di responsabilità”: sarà difficile ottenere i voti necessari all’approvazione della delibera.

Serve che 18 consiglieri votino favorevolmente in prima battuta. Se dovesse esserci un rinvio, i voti necessari all’approvazione si riducono a 15. Ma sono comunque tantissimi in questo momento. “È una decisione dolorosa – ammette Luca Sangiorgio, capogruppo dei pogliesiani a Palazzo – Personalmente, preferirei non votare questo aumento. Lo avrei fatto, sebbene a malincuore, se avessimo ottenuto rassicurazioni da parte della Regione sulla distribuzione di fondi extra per fare fronte all’emergenza. Ma queste rassicurazioni non sono ancora arrivate, e non sappiamo quale sarà lo scenario tra qualche giorno. Sono in difficoltà: so che non votare questo aumento causerebbe enormi problemi alla città, ma so anche che non possiamo chiedere questo sacrificio al 52 per cento dei catanesi che paga la Tari, senza avere certezze che arrivino aiuti da Palermo. È un rompicapo”.

Senza votare l’aumento della Tari, l’equilibrio di bilancio salta. Perché le entrate previste dalla tassa sui rifiuti devono coprire interamente il costo del servizio: se il costo aumenta, la tassa aumenta. Se la tassa non aumenta, per pagare le discariche potrebbe essere necessario fare dei debiti fuori bilancio. Nella lettera scritta al Consiglio, il sindaco Bonaccorsi spiega che con i contributi promessi dalla Regione, l’impatto dell’aumento potrebbe essere ridotto, qualora i soldi da Palermo arrivassero prima dell’elaborazione delle cartelle Tari del 2022. In quest’ultimo caso, potrebbe passare dal senato cittadino una delibera di riduzione della Tari all’inizio dell’autunno, per compensare l’aumento da votare in questi giorni.

Ci sono, però, troppi periodi ipotetici già alla base. E se ne possono aggiungere degli altri: se il sindaco Pogliese si dimettesse, e decadesse la giunta, spetterebbe all’eventuale commissario interessarsi alla riduzione della Tari. E se il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci lasciasse la poltrona anche lui, attirato dalle sirene di un election day il 25 settembre 2022, chi potrebbe garantire che al capoluogo etneo arrivino effettivamente i contributi straordinari di cui si è parlato?

“Se vogliono aumentare la Tari, lo facessero con un’ordinanza urgente del sindaco“, sussurrano i consiglieri, elencandosi esempi di amministrazioni che hanno già agito in modo simile. “Sono quattro anni che ci chiedono assunzioni di responsabilità, come facciamo a guardare in faccia le persone se votiamo un altro aumento?”. Le perplessità sono bipartisan. Il numero minimo di voti per l’approvazione sembra una chimera.

“Se stasera l’aumento non viene approvato, con quale coraggio Pogliese si dimetterà per andare a Roma? In che modo potrà chiedere sostegno ai cittadini?”, attacca Graziano Bonaccorsi del Movimento 5 stelle. “Qual è il curriculum che porterà al parlamento nazionale? Una gestione che ha tenuto in ostaggio la città? L’amore che lo aveva spinto a quella scelta è finito?”. La seduta di Consiglio comunale è fissata per le 19 di oggi. Alla stessa ora si sono dati appuntamento movimenti e associazioni per protestare direttamente in Palazzo.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI