CATANIA. Si torna a parlare di consorzi di bonifica, il tema è quanto mai urgente visti gli ultimi scottanti sviluppi. Forza Italia quest’oggi ha organizzato un incontro dal titolo “Consorzi di Bonifica opportunità per i territori”, con lo scopo di porre l’attenzione sull’essenzialità dei servizi offerti da questi enti per il settore agricolo e le opportunità di rilancio economico territoriale annesse. Un dibattito pianificato a seguito della stangata arrivata la settimana scorsa dall’Ars con cui la maggioranza ha bocciato l’emendamento che proponeva un’integrazione al capitolo di spesa previsto nel bilancio. Il che, se le cose non dovessero cambiare, non consentirà di pagare gli stipendi già a partire dai prossimi mesi. L’impressione ora è che la questione si stia trasformando in una vera guerra fra maggioranza, opposizione e Consorzi. Ma a pagarne le conseguenze saranno ancora una volta gli agricoltori e lavoratori. Intervenuti all’incontro fra gli altri: il vice presidente della CIA Catania, Giosuè Catania, il direttore del Consorzio di bonifica di Enna, Gaetano Punzi, il presidente di Coldiretti Catania, Giovanni Pappalardo, il direttore del Consorzio di bonifica di Catania, Giuseppe Barbagallo e il capogruppo di FI all’Assemblea regionale siciliana, Marco Falcone.
Un punto sul quale tutti nel corso dell’incontro sembrano convergere: “Baccei si sta sbagliando. Le sue accuse di presunte promozioni facili, debiti, bilanci occultati, sprechi ed anomale elargizioni, “sono accuse gravissime che deve motivare”. Insomma, l’assessore romano chiamato a guidare l’assessorato regionale all’economia della Regione siciliana per tentare di mettere a posto i conti disastrati della Regione avrebbe tutti contro. In generale è emerso quanto la rabbia nei confronti della Regione, prevalga sul resto. Poche le riflessioni in merito alle eventuali responsabilità circa gli sprechi e mala gestione di cui questi enti da tempo vengono accusati, oggi da Alessandro Baccei, ieri da Caleca. Del buco di milioni di euro della Regione si è pressoché accennato. Eppure, più di uno ammette, “Molti di questi enti ha più dipendenti seduti dietro le scrivanie che operai nei fondi, il che non è ammissibile”. Insomma, in generale la colpa sarebbe della mala politica.
“Questi enti – ha detto il vice presidente della CIA Catania, Giosuè Catania – sono stati sempre oggetto di appetiti e uno strumento nelle mani della politica, che le ha trasformate in strutture elefantiache. In tutta Italia la riforma della bonifica è stata applicata, tranne in Sicilia. L’estinzione del debito ora deve essere a carico della Regione. Baccei e l’assessore Barresi fanno affermazioni gravissime riferendosi a promozioni, soldi ecc e non possono pagarne le conseguenze gli agricoltori”. Infine, Catania suggerisce di affidare la gestione dei Conosrzi di Bonifica nelle mani degli agricoltori, che da soli dovranno pensare a tutto, bilancio compreso. “I nuovo consorzi devono essere nelle mani degli agricoltori, saranno loro a gestire l’impresa . Non mi fa paura o non mi scandalizza, un fatto del genere” – conclude.
Tra gli intervenuti anche il direttore del consorzio di Bonifica di Enna, Gaetano Punzi. “I consorzi mantengono una distribuzione capillare del territorio, la nostra capacità tecnica non la possiede nessun altro ente pubblico. Questa è la forza dei Consorzi . Operai che non hanno paura di sporcarsi le mani. La legge di stabilità approvata, ha massacrato questi enti. Si deve mettere mano alla riforma, non ha importanza quanti saranno i consorzi. Io personalmente sono pronto a sottoscrivere il mio licenziamento , perché se l’ente non funziona è colpa mia. È in gioco c’è la nostra credibilità. Ma la mia coscienza è a posto – Vogliamo che la regione ci riconosca le nostre competenze. Il nostro mestiere è quello di offrire servizi , coltivare la terra e aiutare l’agricoltura” – dice infine Punzi.
“Se l’agricoltura non contasse nulla in questa terra allora stiamo seguendo la strada giusta .- dichiara invece Giovanni Pappalardo, presidente Coldiretti Catania – Ma il settore agricolo è di vitale importanza non solo per il livello occupazionale ma anche per il settore in se, in ragione della sua capacità trainante e indispensabile. Queste strutture sono fondamentali: chiusi i rubinetti dell’acqua gli agricoltori non possono irrigare le loro terre. Negli anni queste macchine hanno accumulato debiti enormi, ora la politica stessa è tenuta a risanare la situazione. Mi auguro – spiega – che le affermazioni fatte da Baccei in merito all’aumento del costo del lavoro di circa 5 milioni non siano veritieri. Perché significherebbe che i direttori o chi gestisce i costi del lavoro anziché fare economia e svitare le lampadine, ha invece consumato il triplo della corrente. Allora a questo punto, il discorso sarebbe diverso” – conclude Pappalardo.
E infine Barbagallo attacca: “Questo Baccei mandato da Renzi non si rende conto di cosa ha fatto. Diffideremo la prossima settimana il dirigente generale Bonnano e Di Giulia, perché non hanno ottemperato alla legge: per avere i contributi dovevano avere il bilancio preventivo approvato, cosa che abbiamo”. E poi arriva la conferma di quanto già annunictao fra le righe qualche giorno fa al nostro giornale: “Non posso avere un buco nel bilancio, dovrò necessariamente applicare una variazione nelle bollette. Non abbiamo altra soluzione, questo è il mio lavoro”.
Ma se la Regione, stando ai presenti, è chiamata ad assumersi le sue responsabilità evitando di mettere in pratica misure ‘scellerate’, dall’altro deve far fronte al buco in bilancio. “La Regione – spiega l’onorevole Marco Falcone – può accendere un mutuo per poter sanare il debito. Le criticità del passato sono state oggetto di forti contestazioni, che ha visto queste strutture come enti che costano molto ma producono poco. Oggi guardiamo alla parte sana; svolgono un servizio essenziale”. E infine, Falcone, caldeggia l’ipotesi dell’autonomia. “La Regione è certamente tenuta a responsabilizzarli, ma questi enti lavorerebbero meglio se autonomi”.