PALERMO – Disco verde, ma con più di un’obiezione. Ecco il parere dei Revisori dei Conti al bilancio consuntivo 2014 che, a breve, dovrebbe approdare a Sala delle Lapidi che dovrà esitarlo entro la fine del mese. Oltre 60 pagine fitte di numeri e tabelle che fanno le pulci ai 12 mesi dell’amministrazione Orlando, fra luci e ombre.
Perché se da un lato i Revisori riconoscono all’amministrazione alcuni traguardi, come il calo della spesa e l’aumento delle entrate, dall’altro non mancano di rifilare qualche bacchettata sull’approvazione in ritardo della manovra, sulla cronica difficoltà del Comune a riscuotere i tributi e combattere l’evasione su tutti i fronti (multe, tasse e affitti), sulla impressionante mole di residui attivi e passivi, alcuni vecchi anche di 30 anni, con crediti di “dubbia esigibilità” pari a 167 milioni.
Ma non finisce qui, perché il collegio punta il dito anche contro l’aumento delle tasse e dell’indebitamento pro capite, contro i debiti fuori bilancio riconosciuti che sono aumentati di sei volte rispetto al 2013, ma anche contro i contenziosi: l’attivo è pari a 262 milioni, il passivo a 247. Cifre a cui si aggiunge la nota questione dei 45 milioni chiesti dalla curatela fallimentare di Amia, su cui la Ragioneria non si è ancora espressa. Ci sono poi gli 8 milioni di disallineamento con Amg, Amat, Sispi, Rap e Amap.
Ce n’è anche per le aziende. I Revisori prima contestano al Comune di non aver prodotto la relazione periodica da inviare alla Corte dei Conti, poi segnalano come non abbiano potuto prendere visione dei bilanci di Gesip, Rap, Gesap, Reset, Srr, Massimo, Biondo e distretto turistico. Insomma, mancano i documenti necessari a fare un quadro chiaro del mondo delle partecipate che possa rassicurare la magistratura contabile. Infine il collegio accusa il Comune di non aver adeguatamente trattato l’aspetto della qualità dei servizi in rapporto alle risorse impiegate, anche per le aziende.
AVANZO L’avanzo di amministrazione per il 2014 è di 80,8 milioni di euro, di cui 50 non vincolati e quindi da poter riutilizzare, anche se i Revisori suggeriscono di impiegarli con prudenza.
ENTRATE E USCITE Sul fronte degli incassi le tasse fruttano 487 milioni di euro, in aumento di circa 140 milioni rispetto al 2013 (dovuto al mutare delle norme nazionali che prevedono che il Comune incassi i soldi al posto dello Stato), così come i prestiti, mentre diminuiscono sensibilmente i trasferimenti. In totale le entrate calano di un centinaio di milioni. Cala anche la spesa, attestandosi poco sotto al miliardo.
TASSE Diminuiscono l’Imu e l’imposta sulla pubblicità, aumenta la Tosap mentre ancora langue il recupero dell’evasione della tassa sui rifiuti che scende da 17 a 8 milioni. Il Comune è riuscito a incassare solo il 18% di quanto accertato; copione simile per le multe.
SERVIZI I servizi a domanda individuale (asili, musei, cimiteri, mercati, mense, impianti sportivi) fruttano poco, anzi pochissimo: a fronte di spese per 20 milioni, le entrate arrivano ad appena 4 con un tasso di copertura che passa dal 23% al 19.
PERSONALE Rimane il personale la vera voragine del Comune, capace di assorbire ben 242 milioni (il 36% di tutte le spese), malgrado si tratti di un dato in diminuzione rispetto all’anno precedente.
AZIENDE In totale il Comune ha versato 232,7 milioni alle aziende per i servizi resi, di cui 10 ad Amg, 8 ad Amap (4,6 di caditoie e 3,4 di manutenzione), 66 ad Amat (di cui 3,6 per la segnaletica e 31 regionali), 133 a Rap, 3,8 a Palermo Ambiente e 11 a Sispi.
LE REAZIONI
“Il parere chiaramente favorevole reso dal collegio dei revisori sul rendiconto 2014 premia l’amministrazione comunale e dà ampiamente atto, nei numeri e nei contenuti, dell’enorme lavoro svolto per fare uscire il Comune dal baratro del dissesto – dice l’amministrazione Orlando in una nota – non dimentichiamo che veniamo da uno stato di calamità finanziaria già messo in evidenza dalla Corte dei Conti con i pesanti rilievi posti sui consuntivi 2009, 2010 e 2011 che hanno costretto alle manovre correttive approvate a larghissima maggioranza dal Consiglio Comunale. Oggi siamo l’unica grande città da Roma in giù con i conti in ordine, con 80 milioni di avanzo di amministrazione, senza un euro di debiti di tesoreria, con consistenti disponibilità di cassa e con tutte le aziende partecipate in utile, condizione che nel 2015 ha reso possibile ridurre le tasse a partire dalla Tari. Tutto ciò mantenendo intatti i livelli occupazionali e garantendo investimenti che in questa città, in questo momento, consentono lavori pubblici per oltre 500 milioni di euro, con enormi benefici sull’indotto”. “Un risultato reso ancora più importante perché realizzato nonostante i tagli del governo nazionale e i tagli e i ritardi nei trasferimenti da parte del governo regionale che hanno portato al dissesto numerosi comuni e che continuando porteranno al dissesto tanti Comuni siciliani”, dice il sindaco Orlando.
“Il consuntivo dimostra ancora una volta tutti i limiti di questa amministrazione, con un contenzioso sempre più pericoloso per i conti del Comune e una spesa per investimenti che lascia a desiderare – dice Filippo Occhipinti di Idv – inoltre la legge 328/2011 impone agli enti locali di effettuare per il contenzioso degli accantonamenti a cautela, il che rende invotabile questa manovra. I revisori confermano i nostri dubbi sui 45 milioni chiesti da Amia, nonché il perdurare dei disallineamenti con le aziende. La mancanza di dati e bilanci delle partecipate è tanto grave quanto il rapporto tra servizi resi e costi che, secondo il collegio, questa amministrazione ha volutamente non approfondito”.
“Questo è un consuntivo fatto di troppe tasse e pochi investimenti – dice il vice capogruppo del Pd Sandro Leonardi – specchio di un Comune che spende quasi tutto per il personale, con un dipendente ogni 85 abitanti. I numeri sono impietosi: gli investimenti calano, aumenta del 20% l’indebitamento pro capite e i servizi rappresentano ancora un buco nero, visto che la loro qualità non è minimamente all’altezza delle risorse umane ed economiche impiegate. L’avanzo di amministrazione da 80 milioni consentirebbe di fare a meno, da subito, della Tasi, ma temiamo che l’amministrazione preferirà ancora una volta mettere le mani nelle tasche dei cittadini. La Tari cala invece solo perché i lavoratori delle caditoie sono passati ad Amap: nessun taglio della pressione fiscale o della spesa, solo frottole”.
“Si tratta di una sonora bocciatura sul piano tecnico e su quello politico – dice il capogruppo del Pd Rosario Filoramo – il rendiconto di gestione fotografa una situazione che non cambia rispetto a quella del 2013 e una gestione che resta ancorata al modello del secolo scorso. I cittadini pagano in cambio di pessimi servizi. Il Comune pesantemente tassa i suoi cittadini, paga stipendi, ma non sa o almeno non comunica adeguatamente come eroga i servizi ai cittadini, quanto costano a livello unitario e quali obiettivi vengono raggiunti. Questo il giudizio più tagliente della relazione dei revisori dei conti al rendiconto di gestione 2014”.
“Tra gli indicatori rilevanti e che danno anche un’espressione dell’azione politica degli ultimi tre anni vengono sottolineati i seguenti dati – dice Nadia Spallitta del Pd – incidenza delle entrate tributarie sulle entrate comunali pari all’88,38%; pressione delle entrate pro capite pari a 813 euro nel 2014 (599 nel 2012); aumenta l’indebitamento pro capite passando da 421 a 452 euro; si riduce la propensione all’investimento, dal 18,33% del 2012 all’8,6% del 2014; si riducono notevolmente gli investimenti pro capite, da 250 a 95 euro (complessivamente si è passati dai 163 milioni del 2012, cifra peraltro già irrisoria) ai 64 milioni di euro del 2014; si riducono i trasferimenti in conto capitale pro capite arrivando a 7,7 euro (rispetto ai 200 del 2012). Resta pari il costo del personale, per cui vengono pagati 50 mila euro l’anno per ogni dipendente. Nonostante pendano circa 60 mila istanze di sanatoria edilizia, i contributi derivanti sono accertati in 1 milione di euro (di fronte a una stima approssimativa di 60 milioni di euro recuperabili)”.
“Il parere favorevole del collegio dei revisori non ci sorprende – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – ci sorprendono invece le dichiarazioni dell’amministrazione che esulta perché è stato evitato il dissesto, dimenticandosi che governano da tre anni. Hanno aumentato le tasse di 140 milioni di euro, a fronte di servizi scadenti, soprattutto nel settore del verde, dei rifiuti e del decoro cittadino. I debiti fuori bilancio sono aumentati a dismisura, così come è aumentata la spesa del sociale, ma non diminuiscono i poveri nè il fabbisogno abitativo. Alcune aziende chiudono i loro bilanci in attivo a fronte di una diminuzione dei servizi. La vicenda del settore concessioni dell’edilizia privata è lo spaccato di un’amministrazione incapace di rilanciare, o almeno mantenere, i livelli di rendimento del settore, basti pensare che si è passati da un introito di 12 milioni di euro a 8, con una perdita non solo economica ma soprattutto per le ricadute sull’indotto edilizio. Basta soldi ai teatri, no al consuntivo fin quando non saranno allegati i bilanci delle società e ci riferiamo a tutte quelle collegate al comune di Palermo”.