CATANIA – Giornata contro la violenza sulle donne. A Catania, in piazza Stesicoro, due manifestazioni contemporanee. Sotto la statua di Bellini quella organizzata dall’avvocato Goffredo D’Antona di fronte, vicino agli scavi del teatro romano, quella nazionale della Cgil. “La manifestazione nasce da uomini che si occupano di violenza sulle donne, dalle associazioni di cittadini e da gente comune – dice Goffredo D’Antona – ed è stata promossa tramite i social e il passaparola, oggi deve essere un giorno di testimonianza assolutamente trasversale per riflettere, un attimo, sul tema della violenza sulle donne”.
A pochi giorni dalla violenta aggressione a un dottoressa della guardia medica di Trecastagni, tenuta per ore all’interno del presidio ospedaliero in balia del suo aggressore, le manifestazioni hanno voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, il femminicidio, che occupa le prime pagine dei giornali sempre più spesso. “Abbiamo chiesto a tutti di unirsi in un’unica manifestazione, l’intento è uguale – continua D’Antona – e la genesi di tutte le violenze è quella dell’uomo sulla donna e da questo nascono tutti i tipi di violenza, praticamente, il concetto di prevaricazione primordiale nei confronti del soggetto più debole e oggi dobbiamo dire a tutte le donne scusa”.
Dall’altra parte della piazza i banchetti della CGIL, i palloncini rossi e pagine di libri da dove vengono letti alcuni brani, organizzatrice della contemporanea manifestazione del sindacato catanese Angela Battista con il segretario generale Giacomo Rota. “Catania risponde all’invito della segretaria nazionale Susanna Camusso – dice Angela Battista – e sensibilizzare tutti sul tema della violenza contro le donne, inviteremo tutti a leggere il nostro appello e a sottoscriverlo. A tutte le partecipanti è stato chiesto di indossare qualcosa di rosso e un libro dal quale estrarre della frasi sul tema per poi leggerle in piazza”. L’appello rivolto ai cittadini dalla CGIL cita diversi punti. La convenzione di Istanbul (approvata dal consiglio dei ministri europeo il 7 aprile 2011) citata, ma mai applicata. La depenalizzazione dello stalking da cancellare subito. La cultura del rispetto che parte dall’educazione scolastica. Censura degli organi d’informazione sulla cronaca morbosa dei fatti di violenza. Aumento dei centri antiviolenza e numeri telefonici di pubblica utilità contro violenza sessuale e di genere. Infine un appello alla magistratura e alle forze dell’ordine per non sottovalutare il fenomeno e che ci sia certezza e rapidità nelle risposte e nella protezione delle donne in pericolo e di quelle abusate.